Nel Prologo è presente un gruppo di ciechi i quali, bendati e sotto la guida di Maria ’O Trapezio, coadiuvata dalla Zantragliosa e dal piccolo Pochillo, si esibiscono dinanzi al pubblico nel gioco della Cicatella, che consiste nel «colpire con delle aste, a casaccio, i melloni» posizionati a terra, dimostrando di saper centrare il frutto meglio di coloro che possiedono la vista. L’Intermezzo, in forma poetica, mette a fuoco uno dei temi principali del testo: il rapporto tra cecità e veggenza («Che cosa leggeno int’o scuro tutte sti cecate, st’induvine?»). L’Epilogo celebra il mondo circense attraverso una galleria di personaggi che eseguono ciascuno il proprio numero: Ginger e Rogers, Giocagiò, Malandro, Pagliaccio che parla americano, Pigiama-Cafè, Zezo, Moirra Orfiei, Sciantosa, Fakiryo. Il risultato è una rappresentazione del teatro e della vita come «Paradosso. Pròpeto. Accusì! E lo puoi mandare fuori solo col teatro – spasso ’e tutt’e spasse, senza finalità, né calcolo, né scopo. Danza sul vacante, eloquio del silenzio, niente ca se fa tutto e viceversa». In tale spettacolo grottesco i personaggi interagiscono ripetendo le medesime battute in una babele di equivoci e disvelamenti che racchiude l’essenza del testo, lo collega ai ciechi del Prologo e da lì alla grande lezione di teatro di Moscato: «A cecità fa parte d’ ’a raggione, dopotutto. È l’ordinario. È una comune cosa che, comm’a tutt’e ccose, allude a una mancanza, a nu difetto. La veggenza, invece, la veggenza no, essa non è un senso, uno dei cinque, che puoi avere o non, che può mancare o meno, la veggenza è insenso, è divinità, follia, gioco di prestiggio coll’assurdo!» dice Ginger mentre, insieme a Rogers, continua a ballare sulle note di un’esotica beguine e mentre il bambino, che è in disparte, silenzioso, durante la performance dei circensi, prende un revolver e spara a Pigiama-Cafè che ha appena terminato di ripetere la battuta del suo numero: «Adda passà, adda passà ’a nuttata! Eh si! Adda annuttà, adda annuttà il passato, o no?».
LINGUA
Italiano, napoletano, inglese (lingua con cui il Pagliaccio che parla americano commenta lo spettacolo a cui assiste), una sorta di lingua magica ed esoterica pronunciata da Maria ’O Trapezio, ad apertura del Prologo e prima dell’inizio del gioco della Cicatella, e da Fakiryo, a mo’ di preghiera rassegnata o al contrario di minaccioso avvertimento.
MUSICA
Esotica beguine sulle cui note ballano Ginger e Rogers;
canzone napoletana Desiderio;
canzone di Teresa De Sio Aumm Aumm;
filastrocca Iésce iésce corna.
NOTE
1. La battuta finale pronunciata da Pigiama-Caffè è una citazione dal celebre testo di Eduardo Napoli milionaria che chiude anche Signurì, Signurì.
2. Mirabilia Circus, inedito, è in corso di pubblicazione (Cfr. Maxence Lureau (textes réunis par), Mondes narratifs et normatifs entre la parole et l’imagine. Mèlanges offerts à Gius Gargiulo, Sous Presse).
3. La musica dei ciechi è pubblicata nel volume Raffaele Viviani, Teatro, a cura di Antonia Lezza e Pasquale Scialò, vol. V, pp. 171-193, Napoli, Guida editore, 1991.
TESTI di Antonia Lezza
IMMAGINI Courtesy Archivio Moscato