null Il libro e la circolazione della cultura in Campania: uno sguardo al Cinquecento

Inizia il percorso

freccia

Il libro e la circolazione della cultura in Campania: uno sguardo al Cinquecento

Il libro e la circolazione della cultura in Campania: uno sguardo al Cinquecento

Il libro a stampa antico si consolida durante il Cinquecento. Nel corso di questo secolo, ogni centro municipale di rilevanza si dota di una o più tipografie. 

1

Le caratteristiche

Per indicare i libri a stampa prodotti a partire dal primo gennaio 1501 e per tutto il XVI sec. si utilizza il termine “cinquecentina”. 

Tra i tratti peculiari di questi volumi vi è la comparsa della marca tipografica, ovvero lo “stemma” utilizzato da un tipografo per contrassegnare i propri volumi, lo standardizzarsi del frontespizio e il ridimensionamento progressivo del carattere gotico già utilizzato per gli incunaboli. Il libro del Cinquecento conquista il mercato e i lettori. 

2

La circolazione del sapere: il libro del Cinquecento

Com’è noto, per tutto il Cinquecento gli “Studia” (ovvero i centri di studio) presso conventi e monasteri in Campania sono molto importanti e di grande prestigio. Per questo motivo le biblioteche si arricchiscono di nuovi volumi a stampa provenienti dai grandi centri editoriali come Venezia, Roma, Napoli ecc. 

3

I tipografi-editori

Aldo Manuzio è sicuramente l'editore più famoso del Cinquecento. Egli operò principalmente a Venezia, all’epoca il maggiore centro editoriale d'Europa. La sua stamperia si attiva tra il 1494 e il 1495.  La prima opera con data certa (1495) fu la grammatica greca di Costantino Lascaris. Poco dopo inizia la stampa dell’opera di Aristotele. Si tratta di un’operazione dall’alto profilo culturale, che contribuisce a diffondere la conoscenza del grande filosofo greco. Di grande importanza è anche il contributo che il Manuzio dà, attraverso le sue stampe, alla punteggiatura della lingua italiana: con l’edizione del Petrarca del 1501 e di Dante del 1502 introduce, prendendoli dal greco, l'uso dell'apostrofo, degli accenti e del punto e virgola. Poi si dedica alle edizioni di classici latini, quali Cesare, Cicerone e Virgilio, non trascurando opere più vicine cronologicamente, come l’“Arcadia” di Sannazzaro. La sua ultima edizione è il capolavoro della “poesia filosofica”: il “De rerum natura” di Lucrezio.  

4

I tentativi di censura

Il libro è un elemento fondamentale anche nella diffusione della Riforma operata da Martin Lutero nella prima metà del XVI sec. Il Concilio di Trento (1545-63), voluto dalle autorità cattoliche per contrastare l’espansione dei movimenti protestanti, elabora l’Indice dei libri proibiti: un catalogo dei volumi di cui si vieta la lettura e la stampa. 

5

Le cinquecentine in Campania

I maggiori centri di produzione libraria in Campania, oltre Napoli, sono Alife, Capua e Aversa in Terra di Lavoro, Sarno nella Piana nocerino-sarnese, Vico Equense nella Penisola Sorrentina, Nusco nel Principato Ultra, e Campagna ed Eboli in quello Citra.  

6

Le cinquecentine digitalizzate

Le cinquecentine di Cava de’ Tirreni 

Le “Decisiones” del Sacro Regio Consiglio (ovvero il massimo tribunale napoletano), opera di Tommaso Grammatico, furono edite a Venezia nel 1557 da Domenico Gigli. Invece, nel 1567 a Napoli vennero pubblicate dal tipografo di origine francese Giovanni de Boy le “Consuetudines Neapolitanae”, glossate dal giurista Sebastiano Napodano, con aggiunte di Camillo Salerno, giurista e poeta calabrese vissuto nel XVI sec. 

Inizia il percorso

freccia

Il libro e la circolazione della cultura in Campania: uno sguardo al Cinquecento

Il libro e la circolazione della cultura in Campania: uno sguardo al Cinquecento

Il libro a stampa antico si consolida durante il Cinquecento. Nel corso di questo secolo, ogni centro municipale di rilevanza si dota di una o più tipografie. 

1

Le caratteristiche

Per indicare i libri a stampa prodotti a partire dal primo gennaio 1501 e per tutto il XVI sec. si utilizza il termine “cinquecentina”. 

Tra i tratti peculiari di questi volumi vi è la comparsa della marca tipografica, ovvero lo “stemma” utilizzato da un tipografo per contrassegnare i propri volumi, lo standardizzarsi del frontespizio e il ridimensionamento progressivo del carattere gotico già utilizzato per gli incunaboli. Il libro del Cinquecento conquista il mercato e i lettori. 

2

La circolazione del sapere: il libro del Cinquecento

Com’è noto, per tutto il Cinquecento gli “Studia” (ovvero i centri di studio) presso conventi e monasteri in Campania sono molto importanti e di grande prestigio. Per questo motivo le biblioteche si arricchiscono di nuovi volumi a stampa provenienti dai grandi centri editoriali come Venezia, Roma, Napoli ecc. 

3

I tipografi-editori

Aldo Manuzio è sicuramente l'editore più famoso del Cinquecento. Egli operò principalmente a Venezia, all’epoca il maggiore centro editoriale d'Europa. La sua stamperia si attiva tra il 1494 e il 1495.  La prima opera con data certa (1495) fu la grammatica greca di Costantino Lascaris. Poco dopo inizia la stampa dell’opera di Aristotele. Si tratta di un’operazione dall’alto profilo culturale, che contribuisce a diffondere la conoscenza del grande filosofo greco. Di grande importanza è anche il contributo che il Manuzio dà, attraverso le sue stampe, alla punteggiatura della lingua italiana: con l’edizione del Petrarca del 1501 e di Dante del 1502 introduce, prendendoli dal greco, l'uso dell'apostrofo, degli accenti e del punto e virgola. Poi si dedica alle edizioni di classici latini, quali Cesare, Cicerone e Virgilio, non trascurando opere più vicine cronologicamente, come l’“Arcadia” di Sannazzaro. La sua ultima edizione è il capolavoro della “poesia filosofica”: il “De rerum natura” di Lucrezio.  

4

I tentativi di censura

Il libro è un elemento fondamentale anche nella diffusione della Riforma operata da Martin Lutero nella prima metà del XVI sec. Il Concilio di Trento (1545-63), voluto dalle autorità cattoliche per contrastare l’espansione dei movimenti protestanti, elabora l’Indice dei libri proibiti: un catalogo dei volumi di cui si vieta la lettura e la stampa. 

5

Le cinquecentine in Campania

I maggiori centri di produzione libraria in Campania, oltre Napoli, sono Alife, Capua e Aversa in Terra di Lavoro, Sarno nella Piana nocerino-sarnese, Vico Equense nella Penisola Sorrentina, Nusco nel Principato Ultra, e Campagna ed Eboli in quello Citra.  

6

Le cinquecentine digitalizzate

Le cinquecentine di Cava de’ Tirreni 

Le “Decisiones” del Sacro Regio Consiglio (ovvero il massimo tribunale napoletano), opera di Tommaso Grammatico, furono edite a Venezia nel 1557 da Domenico Gigli. Invece, nel 1567 a Napoli vennero pubblicate dal tipografo di origine francese Giovanni de Boy le “Consuetudines Neapolitanae”, glossate dal giurista Sebastiano Napodano, con aggiunte di Camillo Salerno, giurista e poeta calabrese vissuto nel XVI sec.