null La cultura a Napoli tra Ottocento e Dopoguerra

La cultura a Napoli tra Ottocento e Dopoguerra

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La cultura a Napoli tra Ottocento e Dopoguerra

Tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Napoli, pur non essendo più capitale del Regno meridionale, rimane una città culturalmente viva e dinamica, che saprà attraversare difficoltà e momenti bui della storia. 

1

Il colera e il Risanamento

A Napoli, il XIX sec. volge al termine con il diffondersi di un’epidemia, l’ennesima, di colera. La malattia venne portata, come spesso avviene in questi casi, via mare, dai soldati francesi di ritorno dalla Guerra del Tonchino, combattuta contro l’impero cinese. I casi esplosero nel settembre 1884, causando infine all’incirca 8 mila vittime, che si concentrarono soprattutto nelle aree cittadine più popolari che, bisogna dirlo, non brillavano per misure igieniche.  

2

La cultura “giornalistica”: «Il Mattino» di Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Napoli era una città in fermento non solo dal punto di vista edilizio ma anche culturale. Non si può non ricordare la nascita de «Il Mattino», quotidiano fondato nel marzo 1892 da Edoardo Scarfoglio e da sua moglie Matilde Serao.  

3

La cultura “drammatica”: il teatro di Scarpetta

La Napoli di fine Ottocento e inizio Novecento è una città che ride grazie alla geniale comicità di Eduardo Scarpetta e della sua maschera, Felice Sciosciammocca, con il quale egli mira a divertire il pubblico piccolo borghese napoletano. Il grande successo arriverò con “Miseria e nobiltà”, commedia entrata nel mito grazie anche alla versione cinematografica di Mario Mattoli del 1954, con Totò nei panni dello scrivano Sciosciammocca. 

4

Il primo Novecento

La Napoli del primo Novecento si presentava, dunque, come una città in pieno sviluppo, sia dal punto di vista culturale sia urbanistico. Il porto aveva assunto un ruolo particolarmente rilevante nel collegamento con le colonie africane e con il continente americano, verso cui si indirizzavano le speranze di una vita migliore di milioni di Italiani provenienti dalle regioni del Mezzogiorno.  

5

L’avvento del Fascismo

Conclusa la guerra, anche la società cittadina di Napoli fu coinvolta in quel turbamento che interessò una grossa parte della popolazione italiana, frustrata da una “vittoria mutilata” e agitata da una sempre maggiore contrapposizione tra gruppi e ceti, la quale, alla fine, portò alla nascita e al predominio del Partito Fascista. Una figura particolare di questo periodo fu senza dubbio Aurelio Padovani. 

6

Le vicende belliche e la Liberazione

Con l’entrata in guerra dell’Italia fascista, Napoli visse uno dei periodi più bui della sua storia. La città, infatti, venne ripetutamente colpita da innumerevoli raid aeri a partire dal 1940. Le incursioni si intensificarono sempre più nel corso del conflitto, per raggiungere l’apice nel 1943, quando ormai larghe sezioni della città erano ormai distrutte. A colpire furono sia gli Angloamericani, sia, dopo l’armistizio, i Tedeschi.  

7

Ancora sulla cultura “drammatica”: il Teatro San Carlo nel Dopoguerra

Alcuni miglioramenti si ebbero con il passaggio dell’amministrazione nelle mani di Charles Poletti, già brevemente governatore dello Stato di New York. Il 16 maggio 1944 riaprì il Teatro San Carlo con la rappresentazione dell’Aida. Nel clima da ricostruzione non mancava la voglia di partecipare agli eventi culturali, come non mancarono gli artisti napoletani impegnati nel teatro. Non si può non ricordare, a tal proposito, il genio di Eduardo De Filippo, che il 25 marzo 1945 debuttò al San Carlo con la commedia drammatica “Napoli milionaria!”. 

8

La cultura musicale: l’Associazione Alessandro Scarlatti

Le attività culturali sono portate avanti da innumerevoli enti. Tra questi possiamo ricordare l’Associazione Alessandro Scarlatti, che prende il nome dal grande compositore, tra i massimi esponenti della scuola musicale barocca napoletana, deceduto in città nel 1725. L’ente è sempre stato molto attivo nel ravvivare il panorama musicale di Napoli. Tra gli obiettivi di digitalizzazione del progetto Biblio_ARCCA si trova materiale relativo alle attività concertistiche. 

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La cultura a Napoli tra Ottocento e Dopoguerra

Tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Napoli, pur non essendo più capitale del Regno meridionale, rimane una città culturalmente viva e dinamica, che saprà attraversare difficoltà e momenti bui della storia. 

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Il colera e il Risanamento

A Napoli, il XIX sec. volge al termine con il diffondersi di un’epidemia, l’ennesima, di colera. La malattia venne portata, come spesso avviene in questi casi, via mare, dai soldati francesi di ritorno dalla Guerra del Tonchino, combattuta contro l’impero cinese. I casi esplosero nel settembre 1884, causando infine all’incirca 8 mila vittime, che si concentrarono soprattutto nelle aree cittadine più popolari che, bisogna dirlo, non brillavano per misure igieniche.  

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La cultura “giornalistica”: «Il Mattino» di Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, Napoli era una città in fermento non solo dal punto di vista edilizio ma anche culturale. Non si può non ricordare la nascita de «Il Mattino», quotidiano fondato nel marzo 1892 da Edoardo Scarfoglio e da sua moglie Matilde Serao.  

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La cultura “drammatica”: il teatro di Scarpetta

La Napoli di fine Ottocento e inizio Novecento è una città che ride grazie alla geniale comicità di Eduardo Scarpetta e della sua maschera, Felice Sciosciammocca, con il quale egli mira a divertire il pubblico piccolo borghese napoletano. Il grande successo arriverò con “Miseria e nobiltà”, commedia entrata nel mito grazie anche alla versione cinematografica di Mario Mattoli del 1954, con Totò nei panni dello scrivano Sciosciammocca. 

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Il primo Novecento

La Napoli del primo Novecento si presentava, dunque, come una città in pieno sviluppo, sia dal punto di vista culturale sia urbanistico. Il porto aveva assunto un ruolo particolarmente rilevante nel collegamento con le colonie africane e con il continente americano, verso cui si indirizzavano le speranze di una vita migliore di milioni di Italiani provenienti dalle regioni del Mezzogiorno.  

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L’avvento del Fascismo

Conclusa la guerra, anche la società cittadina di Napoli fu coinvolta in quel turbamento che interessò una grossa parte della popolazione italiana, frustrata da una “vittoria mutilata” e agitata da una sempre maggiore contrapposizione tra gruppi e ceti, la quale, alla fine, portò alla nascita e al predominio del Partito Fascista. Una figura particolare di questo periodo fu senza dubbio Aurelio Padovani. 

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Le vicende belliche e la Liberazione

Con l’entrata in guerra dell’Italia fascista, Napoli visse uno dei periodi più bui della sua storia. La città, infatti, venne ripetutamente colpita da innumerevoli raid aeri a partire dal 1940. Le incursioni si intensificarono sempre più nel corso del conflitto, per raggiungere l’apice nel 1943, quando ormai larghe sezioni della città erano ormai distrutte. A colpire furono sia gli Angloamericani, sia, dopo l’armistizio, i Tedeschi.  

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Ancora sulla cultura “drammatica”: il Teatro San Carlo nel Dopoguerra

Alcuni miglioramenti si ebbero con il passaggio dell’amministrazione nelle mani di Charles Poletti, già brevemente governatore dello Stato di New York. Il 16 maggio 1944 riaprì il Teatro San Carlo con la rappresentazione dell’Aida. Nel clima da ricostruzione non mancava la voglia di partecipare agli eventi culturali, come non mancarono gli artisti napoletani impegnati nel teatro. Non si può non ricordare, a tal proposito, il genio di Eduardo De Filippo, che il 25 marzo 1945 debuttò al San Carlo con la commedia drammatica “Napoli milionaria!”. 

8

La cultura musicale: l’Associazione Alessandro Scarlatti

Le attività culturali sono portate avanti da innumerevoli enti. Tra questi possiamo ricordare l’Associazione Alessandro Scarlatti, che prende il nome dal grande compositore, tra i massimi esponenti della scuola musicale barocca napoletana, deceduto in città nel 1725. L’ente è sempre stato molto attivo nel ravvivare il panorama musicale di Napoli. Tra gli obiettivi di digitalizzazione del progetto Biblio_ARCCA si trova materiale relativo alle attività concertistiche.