Il Palazzo Reale di Caserta è la
principale opera commissionata da Carlo di Borbone nel Regno di Napoli e fu fondamentale
per affermare con magniloquenza l’immagine e il ruolo del nuovo sovrano agli
occhi dell’Europa. Sulla scia della Versailles di Luigi XIV e di quelle delle
altre grandi corone, anche il re di Napoli si dotava della sua magnifica reggia
agli occhi dell’Europa.
Per il progetto, Carlo pensò inizialmente
all’architetto napoletano Mario Gioffredo, poi a due rinomati architetti romani,
Nicola Salvi, già impegnato nel compimento della Fontana di Trevi, e Luigi
Vanvitelli che, libero da altri incarichi, accettò subito l’offerta. Il 20
gennaio 1752, giorno del compleanno del re, fu posata la prima pietra del
complesso, sulla quale Vanvitelli ne collocò un’altra con un distico in latino
che recitava: Rimanga questo palazzo,
questa soglia e la progenie dei Borbone, finché questa pietra per propria forza
ritorni in cielo.
Il palazzo, il cui accesso è
consentito attraverso tre portoni, presenta una pianta rettangolare, articolata
attorno a quattro grandi cortili, i cui lati sono esposti ai quattro punti
cardinali. La facciata principale, quella che guarda verso Napoli, è
caratterizzata da un avancorpo centrale, sormontato da un timpano con orologio,
dove quattro delle dodici colonne che decorano l’intera superficie, racchiudono
un loggiato con una grande nicchia. La facciata sul parco è simile a quella
principale, ma più ricca per la lunga teoria di paraste giganti che corre sul
monumentale basamento; entrambe le facciate trasmettono un effetto grandioso,
oltre che per la loro imponenza, anche e soprattutto per l’armonia delle parti,
per la presenza dell’ordine composito alleggerito da giochi policromi ottenuti
con l’uso combinato del travertino e dei mattoni. Un ampio loggiato attraversa
il piano terra della reggia collegando i portali di ingresso al vestibolo
centrale, dal quale è possibile scorgere il parco e la cascata sullo sfondo.
Quando nel 1759 Carlo passò al trono di Spagna, i lavori furono
interrotti per essere ripresi nel 1765; alla morte di Luigi Vanvitelli (1773),
il figlio Carlo si occupò del completamento delle decorazioni interne e del parco,
quando il palazzo era giunto ai cornicioni e alle balaustre terminali. Nel
1774, seppure con delle modifiche rispetto al progetto originario, l’impianto
esterno era concluso. Con la fine della dinastia borbonica la reggia perse la
sua aura regale, ma, nonostante questo, resta a oggi tra le migliori
testimonianze di un’epoca significativa per la storia del Regno di Napoli., Nel 1750 Carlo di Borbone (1716-1788) decise di erigere la reggia quale centro ideale del nuovo regno di Napoli, ormai autonomo e svincolato dall'egida spagnola. Il progetto per l'imponente costruzione, destinata a rivaleggiare con le altre residenze reali europee, fu affidato, dopo alterne vicende, all'architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773). La Reggia di Caserta ha una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un'altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Lo scalone d'onore, invenzione dell'arte scenografica settecentesca, collega il vestibolo inferiore e quello superiore, dal quale si accede agli appartamenti reali.