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Il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano è intitolato agli 'Etruschi di Frontiera' e raccoglie i reperti provenienti dal centro villanoviano ed etrusco-campano di Pontecagnano. Il percorso di visita segue un ordinamento espositivo cronologico, dal periodo Eneolitico all’età Romana con momenti di approfondimento sulla città e sul suo sviluppo urbano, sulle necropoli, sui santuari, sulle produzioni artigianali. Nella zona occidentale di Pontecagnano, sulla sinistra del fiume Picentino, è stata rinvenuta una necropoli con sepolture che attestano un’occupazione stabile del territorio già nel Periodo Eneolitico, riferibili alla cd. “Cultura del Gaudo”. Con l’arrivo di genti provenienti dall’Etruria nasce l’insediamento di Pontecagnano che, insieme a Capua e a Sala Consilina, è uno dei centri ‘villanoviani’ della Campania, al centro di un circuito di scambi che coinvolge l’intero Mediterraneo, come mostrano gli oggetti provenienti da Sardegna, Sicilia, Grecia, Egitto e Medio Oriente.
L’età orientalizzante è per Pontecagnano il momento di massima fioritura, quando il potere politico è accentrato nelle mani di famiglie aristocratiche, dominate da principi e principesse che vengono sepolti in tombe monumentali e con sontuosi corredi. Nel VI sec. a.C. L’insediamento assume carattere urbano, con due santuari e una fortificazione costituita da un terrapieno e da un fossato. Dominante è l’elemento culturale etrusco, come dimostrano le iscrizioni incise sui vasi, mentre dalla seconda metà del VI sec. compaiono nei corredi funebri ceramiche di pregio prodotte ad Atene. Nella seconda metà del V secolo si afferma a Pontecagnano la presenza di gruppi di stirpe sannitica. Numerose sono le tombe di questo periodo che hanno restituito crateri raffiguranti Dioniso, il dio del vino che, nelle sue molteplici funzioni, è connesso al teatro e guida il passaggio nell’Aldilà. Nel 268 a.C. i Romani fondano Picentia, di cui alcuni resti sono visibili nel Parco.
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA