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Le strutture, ubicate su un panoramico poggio che da queste prende il nome, sin dal ‘500 erano definite dalla tradizione letteraria anche come “Prigioni di Nerone”, sia per l’intricato sistema di cunicoli del monumento che per l’intento di Nerone che qui, come racconta Tacito, accolse la madre prima di ordinarne l’assassinio. Si tratta in realtà di un sistema di cisterne parzialmente esplorate, nate per soddisfare un enorme fabbisogno idrico di quella che doveva essere la villa sovrastante, di sicuro dotata di giochi d’acqua, ninfei e peschiere. Il monumento è costituito da due livelli sovrapposti che mostrano un differente orientamento e sono riferibili ad epoche diverse: quello inferiore è databile al I secolo a.C., mentre quello superiore al I secolo d.C. Quest'ultimo è scandito da tre file di pilastri paralleli che sorreggono una volta a botte con estradosso a terrazza in signino. La struttura è scavata nel tufo per circa due metri ed è rivestita prevalentemente in opera reticolata con ammorsature in tufelli. Ancora ben conservato è lo strato impermeabilizzante di cocciopesto, che ricopre gran parte delle pareti. Al centro delle volte si aprono pozzetti. Il piano inferiore è posto 6 metri più in basso ed è costituito da una serie di cunicoli in parte inesplorati. Un corridoio buio e ventoso si affaccia sul mare, offrendo uno scorcio panoramico molto suggestivo.
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA