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Le recenti indagini archeologiche condotte nel santuario settentrionale di Poseidonia-Paestum hanno contribuito a definire un quadro più chiaro della vicenda storica dell’area. La localizzazione degli scavi degli anni Trenta ha permesso di proseguire la ricerca in settori intatti, dando conferme sulla pertinenza degli elementi architettonici ai labili resti dell’edificio attiguo. Grazie allo studio di questi reperti, è oggi possibile avanzare la prima proposta restitutiva del tempio, la più antica testimonianza monumentale di Poseidonia.
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Conservato parzialmente al livello delle fondazioni, l’edificio - scoperto negli anni Trenta - fu ben presto identificato come il primo tempio di Atena. Della struttura, in blocchi di travertino, si conservano interamente un lato breve (6,42 m) e solo parte dei lati lunghi. Nel corso dei recenti scavi, è stato possibile sondare la manifattura dei blocchi, inquadrata in età arcaica e quindi riferibile agli elementi architettonici rinvenuti.
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I recenti scavi condotti all’Athenaion hanno messo in luce uno scarico di elementi architettonici appartenenti al tetto arcaico ritrovato negli anni Trenta. I materiali sono stati rinvenuti nei pressi di un edificio di cui si conserva parte delle fondazioni. Il ritrovamento di questi reperti, in un contesto non intaccato dagli scavi novecenteschi, sembra confermare la relazione fra questi e il tempio, finora soltanto ipotizzata.
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I numerosi reperti rinvenuti durante lo scavo si riferiscono a quasi tutti i componenti del tetto: cassette di geison, sime laterali, sime rampanti, antefisse, pseudo-antefisse, coppi e tegole. Gli elementi si presentavano in uno stato assai frammentario, ricoperti di terra e da un compatto strato di polvere di travertino. Tali condizioni hanno reso necessaria un’accurata pulitura dei pezzi, che ammontavano a circa un migliaio di frammenti.
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La maggior parte dei frammenti rinvenuti nei recenti scavi sono riferibili a tegole e coppi ordinari. Le tegole, decorate con un motivo a clessidra in bruno, ricoprivano gli spioventi con una serrata alternanza di triangoli chiari e scuri. I coppi, invece, proteggevano gli interstizi dalle infiltrazioni, ed erano rivestiti in beige. Questi elementi, finora poco noti, costituiscono la parte più consistente nel sistema di copertura dell’Athenaion.
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I dati dimensionali degli elementi architettonici si rivelano fondamentali per la restituzione del tempio. In particolare, il modulo della sima laterale (0,53 m) è un riferimento essenziale per la proiezione dei lati lunghi. Nel caso dei lati brevi, di cui si conosce la misura, il dato guida è fornito dal modulo della sima rampante (0,63 m), mentre l’inclinazione degli spioventi (21°) è data dall’elemento di raccordo posto alla sommità.
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La presenza di lettere di montaggio dipinte o incise sui componenti del tetto era ben nota; le nuove scoperte hanno portato il numero complessivo delle iscrizioni a circa 90 attestazioni. In particolare, la sequenza alfabetica delle sime laterali, quasi completa, consente di stimare il numero di pezzi per lato (23/25), e - grazie alla misura modulare della sima (0,53 m) - di proiettare i lati lunghi del tempio, per una lunghezza di circa 13 m.
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Nel computo complessivo dei reperti, sia nel lotto degli anni Trenta che fra quelli recuperati di recente si registra l’assenza di frammenti riferibili con certezza al coppo di colmo. Ai fini della ricostruzione, è stato preso in considerazione un reperto di provenienza non chiara, conservato insieme al lotto degli anni Trenta. Il frammento, a sezione pentagonale, è certamente arcaico, ma presenta un’apertura d’angolo diversa da quella del tetto.
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Dopo un’accurata selezione dei frammenti, scelti in base allo stato di conservazione fra il nucleo degli anni Trenta e i nuovi reperti, si è proceduto alla scansione 3D degli elementi architettonici. La successiva elaborazione ha prodotto i modelli seriali dei singoli pezzi che compongono il sistema di copertura, ai quali sono stati applicati i motivi decorativi policromi. Gli elementi, quindi, sono stati replicati a comporre la trama del tetto.
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Sulla base dei dati disponibili, si propone una prima ipotesi di restituzione. Il modello, un tempio dorico distilo in antis, presenta una struttura in blocchi di travertino, affine agli esempi di Olimpia e di Delfi. La gamma dei colori utilizzati (beige, rosso e bruno) per i rivestimenti delle parti strutturali non esistenti, fra cui il fregio e i capitelli d’anta, rispecchia quella che si ricava dalle terrecotte architettoniche.
L’edificio di sud-est
La ricerca sul campo
I reperti
Il manto di copertura ordinario
Dati utili per una ricostruzione
Il sistema di contrassegni
Gli elementi architettonici mancanti
L’elaborazione dei componenti
L’ipotesi di restituzione
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA