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Il programma figurativo offerto dalle pitture funerarie pestane permette di ricostruire parte del rituale funerario di Poseidonia nel corso del IV secolo a.C. Le tombe femminili mettono in scena il comportamento della comunità pestana di fronte alla morte e raccontano le sequenze della cerimonia funebre, tornando, con scene differenti, anche all’interno delle tombe maschili. Una serie di attività si svolgevano, in un lungo periodo di tempo, dal momento della preparazione del cadavere fino al momento del seppellimento.
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Il primo atto è la preparazione della defunta da parte di donne che si accingono a sistemare il corpo: si inizia con la toilette funebre; la defunta, distesa su un letto e avvolta in un sudario bianco, viene esposta al compianto funebre affidato alle donne della famiglia che compiono gesti esasperati di dolore, non improvvisati, ma frutto di una gestualità regolata e ritmata dal suono di un flauto.
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Un flautista apre la processione funebre fino al luogo della deposizione. I partecipanti recano tra le mani o su tavolini melograni, uova, pani, piccoli vasi con olii profumati. Spesso giovani o fanciulli, probabilmente i figli della morta, appaiono nel corteo o attorno al letto della deposizione, con gesti di disperazione. La loro presenza indica però anche la fecondità della donna e accentua il suo ruolo all’interno della famiglia.
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La corsa di bighe, associata al pugilato e al duello, alla fine consacra il vincitore. Nella corsa la colonna indica la méta degli aurighi. Nelle scene di pugilato un flautista ritma lo scontro e il sangue scorre sul volto dei pugili, nudi e con i pugni guantati. Nei duelli un giudice è dietro il vincitore mentre lo incorona. I combattenti, nudi o coperti da un semplice perizoma, sono protetti da armi di difesa: schinieri, elmo, scudo.
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Per superare la paura dell’ignoto e della morte, alcune immagini alludono all’ultimo viaggio. Appaiono le Nereidi e i galli, metaforici accompagnatori e anelli di congiunzione tra il mondo dei vivi e dei morti, oppure la defunta sale sulla barca infernale dove la attende un mostro alato o un demone spaventoso. Altrove un fanciullo, seduto su un carretto, viene tirato da Hermes, divinità che assicura un buon passaggio dei defunti nell’Aldilà.
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Forme di rappresentazioni teatrali allievano il distacco provocato dalla morte, con un attore buffone o pugili coperti da una maschera come Pulcinella. Altre immagini e simboli connotano il defunto in senso eroico, come una sfinge che fa da arbitro in un combattimento, o grandi grifoni. In alcune tombe femminili compare invece la matrona nell’atto di filare o seduta sul carro tirato dai muli, celebrando il suo ruolo.
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L’importanza del morto viene sancita anche dall’associazione di due immagini ideali, quella del ritorno del guerriero e del cavaliere in atteggiamento eroico accanto al cavallo: il personaggio celebrato è vittorioso, distinto dagli altri personaggi. Tra i motivi più diffusi compaiono la quadriga in corsa guidata da un auriga, avvolto in un mantello sul dorso, in altri casi la figura allegorica della vittoria, la Nike, si sostituisce all’auriga.
La preparazione del corpo
L’esposizione
I giochi funebri
Verso l’Aldilà
L’eroizzazione
La celebrazione del defunto
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA