Il complesso monumentale dell’Insula II di Velia

Inizia percorso

freccia

Il complesso monumentale dell’Insula II di Velia

Nel quartiere meridionale della città di Elea-Velia, nell’Insula II, è ubicato un imponente complesso monumentale. La struttura, per estensione e impegno architettonico, costituì uno degli edifici più importanti della città romana. La sua destinazione d’uso, certamente pubblica, è stata oggetto di numerose ipotesi interpretative. Diversi elementi, fra cui spicca un ricco apparato scultoreo, inducono ad identificare il complesso come la sede rappresentativa di un collegio, forse legato alla secolare tradizione medica radicata nella città eleate.

1

Il complesso monumentale: la struttura

Il complesso dell’Insula II si compone di due settori, fra loro comunicanti. L’ingresso, posto sul lato orientale, presentava una scalinata monumentale che dava accesso a un cortile porticato su tre lati, chiuso all’esterno da due coppie di botteghe (tabernae). Nella parte posteriore, un portico ipogeo correva intorno a un’area scoperta sopraelevata, sistemata a giardino. Il criptoportico era coperto da una volta a botte in opera cementizia, ed illuminato da finestre che si aprivano sul giardino. 

Elea-Velia, Pianta Insula II.tif

2

Il materiale scultoreo: consistenza e cronologia

Dagli scavi dell’Insula II proviene un cospicuo apparato scultoreo, composto da una trentina di pezzi. Fra questi, erme iscritte, ritratti della famiglia giulio-claudia, filosofi, teste e statue di divinità, personaggi maschili laureati, togati e statue femminili. Il materiale è cronologicamente omogeneo, compreso l’età augustea e il I sec. d.C. Non è chiaro se in origine l’intero corredo fosse collocato nel complesso, oppure se alcuni frammenti siano giunti nell’Insula II a seguito di fenomeni franosi. 

4

La tradizione medica ad Elea-Velia: illustri medici velini

L’esistenza di una tradizione medica ad Elea-Velia è provata in età romana da tre iscrizioni greche su sculture onorarie dall’Insula II, tutte databili nel I sec. d.C. Le epigrafi menzionano tre personaggi accomunati dal nome Oùlis, definiti medici (iatròi) e phòlarchoi, termine forse indicante una carica onoraria all’interno della corporazione medica. Il nome Oùlis rimanda allo specifico appellativo di un Apollo guaritore, Oùlios

4.1_Statua in marmo, attribuita al medico Oulis figlio di Euxinos.jpeg

5

Medici a Velia nelle fonti: la lettera di Cicerone e il phòlarchos Valerio Cepilio

In una lettera del 20 luglio del 44 a.C. all’amico Trebazio, Cicerone fa esplicito riferimento alla presenza di un medico a Velia, tappa del suo viaggio verso la Grecia. Sesto Fadio, questo il suo nome, viene ricordato come medico allievo di Nicone, di origine greca, forse legato alla scuola medica eleate. Un’iscrizione onoraria latina, inoltre, riporta il nome di Valerio Cepilio in veste di “phòlarchos”, sebbene non medico, diversamente dai tre Oùlis