Il termine è introdotto nel 1997 da Peppe Aiello per quella parte della musica napoletana «che da ormai quasi vent’anni ha come simbolo Nino D’Angelo».
Ma la replica dell’ex caschetto d’oro precisa: «[…] Noi non facevamo altro che prendere il pop italiano e cantarlo in napoletano. Dov’è la nuova melodia?»
L’espressione fortunata rinvia all’elemento melodico, simbolo del canto napoletano, ma non identifica né sul piano stilistico né su quello musicale il fenomeno, che investe le fasce giovanili delle periferie suburbane di Napoli, legate più al cinema e alla discoteca che al teatro. Un’attività molto distante dal mondo contadino di Zappatore o dall’ultima sceneggiata di Mario Merola e Pino Mauro, e svolta in gran parte nelle feste di piazza, matrimoni, cerimonie, tele libere locali, quasi sempre “al nero” e, non di rado, appannaggio della delinquenza locale.
Anche il cinema riprende frammenti o interi brani da questo repertorio, come simboli di marginalità (Pianese Antonio di Antonio Capuano con il brano Chillo va pazzo pe’ te su testo dell’ex boss di Forcella Luigi Giuliano), o come stereotipi da parodiare, come la canzone Song ’e Napule nell’omonimo film dei Manetti Bros. Eppure, nonostante il successo e lo sdoganamento di alcuni interpreti, pesa sulle loro spalle un indelebile peccato originale non facile da cancellare associato a uno stile vocale, spesso nasalizzato, che li rende inconfondibili anche quando cantano brani del repertorio classico o in lingua. L’elenco dei protagonisti è lungo e in continuo aumento, nutrito dalla presenza di “imbucati” che si autodefiniscono neomelodici o per sfuggire a loschi affari, o per attribuirsi una improbabile identità artistica.
Insomma cos’è neomelodico: un filone della canzone, uno stile vocale, la colonna sonora di una condizione di marginalità, un brand, una sottocultura, un modo per sottrarsi alla devianza, la canzone napoletana urbana nell’era della società liquida? Un po’ tutto questo e anche il contrario di tutto. Chi sono i neomeolodici doc? Meglio non fare troppi nomi a parte quelli di sempre: da Patrizio a D’Angelo, Lai, dalla Rendano a D’Alessio, Nazionale, Ricciardi, da…a…!
Courtesy Pasquale Scialò