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Pasquale Cinquegrana

Poeta, nato a Napoli il 21 aprile 1850 e scomparso il 27 aprile 1939. Fu maestro di scuola elementare, ma dal 1884, nel fermento dell’epoca d’oro della canzone napoletana, iniziò a comporre testi per canzoni. La prima fu Nun me guardà, musicata da quattro compositori diversi. La svolta giunse nel 1886, quando avviò la prolifica collaborazione con il compositore Eduardo Di Capua. Dai due nacquero ‘E bersagliere, ‘O ‘mbriaco e anche “macchiette” come ‘A luntananza e ‘O sbruffone. Tra i brani più celebri, Cinquegrana compose i testi di Furturella e Ndringhete Ndrà, musicati rispettivamente da Gambardella e De Gregorio.

Courtesy Antonio Sciotti

Attraverso i versi di Pasquale Cinquegrana, è possibile attraversare alcuni dei generi che caratterizzarono la produzione di canzoni napoletane tra fine ‘800 ed inizio ‘900. 
Tra le canzonette comiche spicca Don Saverio, con musica di Vincenzo Valente, che ottenne il primo premio al Concorso de “La Tavola Rotonda” per la Piedigrotta del 1895, con l’interpretazione di Maldacea. Nel filone dei ritratti di “tipi” spicca la già citata ‘O ‘mbriaco, che attraverso la voce di un uomo ubriaco affronta temi sociali e politici. Muntevergine. Canzone caratteristica (musica di Valente) riprende invece i temi e gli stilemi dei “canti a ffigliola” dei riti mariani in Campania.

Dal carattere più leggero risultano due dei brani più celebri di Pasquale Cinquegrana, Furturella e Ndrinhete Ndrà. Furturella è un testo dal carattere descrittivo ed allusivo, perfettamente incastrato con la brillante melodia di Salvatore Gambardella. Ndrinhete Ndrà è un testo ironico che racconta le vicende di Carmela l’acquaiola, che “tutti vogliono e nessuno se la prende”; il titolo, ripreso più volte nell’inciso del brano, è un’espressione coniata da Cinquegrana, utilizzata in seguito dai napoletani, per sottolineare una risposta evasiva alla richiesta di una spiegazione.