Trivial Sound

Kistch, trash, bagoni e tamarri sono il vero nutrimento del “trivial sound”.

Un filone pacchiano espresso con punte di volgarità e inadeguatezza stilistica che produce una ilarità, ora intenzionale come per Gli Squallor, ora involontaria per paradosso narrativo, come per Damme ’o cane, una surreale canzonetta cinofila sulla separazione di una coppia, interpretata da Enzo Romano. Ma mentre il collaudato genere della macchietta classica e moderna lavora allusivamente “di bisturi” (dal Blues del tamarro di Tony Tammaro a Cacao Meravigliao di Arbore), nel “trivial” si interviene “d’accetta”, con tono licenzioso da far arrossire finanche il Marchese di Caccavone, autore del poema giocoso la Culeide. Dai Coccobelli, maestri della parodia plebea (Tammurriata marjola), agli Incappucciati, estremisti della canzonetta volgare en travesti come razzisti del Klu Klux Klan americani, fino ad arrivare alle performance del gruppo transessuale delle Coccinelle professioniste del turpiloquio.

Courtesy Pasquale Scialò

 

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