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Archivio della provincia napoletana dei frati minori conventuali


L’Associazione San Bonaventura Onlus nasce nel 2014 per la salvaguardia, valorizzazione e fruizione dei beni culturali, in particolar modo dei beni di natura archivista e documentaria. La Biblioteconomia e l’Archivistica sono le due scienze sulle quali poggiano le fondamenta della Onlus, che con il passare degli anni, e a seguito degli importanti risultati ottenuti tramite la realizzazione di progetti di curatela di grandi serie di libri antichi e moderni, ma non solo, è riuscita a farsi apprezzare da istituzioni pubbliche ed enti privati. L’Associazione ha raggiunto un alto livello di specializzazione in attività di digitalizzazione di testi scritti e nella realizzazione di applicazioni interattive, capaci di insegnare in maniera semplice e accattivante, anche a un pubblico più giovane, fasi come quelle del calcolo d’impronta di un testo antico o del restauro di materiale pergamenaceo e librario. La didattica e la formazione interdisciplinare sono i cardini di questa Associazione, che si avvale della collaborazione scientifica dello staff della Scuola di Biblioteconomia della Biblioteca Apostolica Vaticana, e della Pontificia Facoltà per l’Italia Meridionale sez. San Tommaso d’Aquino, organizzando seminari, laboratori e corsi di alta formazione. Recentemente sono stati fondati i marchi editoriali “San Bonaventura” e “Biblioteca Sant’Antonio”, nati per lo sviluppo della creatività letteraria e per la diffusione della buona stampa, rifacendosi all’esperienza dell’antico Scriptorium.


Archivio di Stato di Avellino


L'Archivio di Stato di Avellino trae origine dall'Archivio provinciale istituito nel 1820 in esecuzione della legge del 12 novembre 1818, n. 1379. A seguito del r.d. 22 settembre 1932, n. 1391, divenne Archivio provinciale di Stato come tutti gli archivi provinciali del Mezzogiorno. Dal 2007 ha sede presso il complesso monumentale dell'ex Carcere borbonico. L'Istituto ereditò il corpus della documentazione delle passate magistrature della Provincia di Principato Ultra, il cui nucleo principale è costituito dalla Regia Udienza Provinciale che aveva sede in Montefusco. Conserva inoltre gli archivi prodotti dalle istituzioni amministrative e giudiziarie degli Stati preunitari e dello Stato italiano, archivi di enti religiosi soppressi, archivi notarili della Provincia di Avellino, archivi privati di persone, famiglie e imprese storicamente rilevanti sul territorio, per un totale di circa 11.000 metri lineari situati in moderni locali di deposito.


Archivio di Stato di Benevento


L’Archivio fu istituito nell’aprile del 1954 e riuscì in breve tempo ad acquisire documenti importanti sulla storia del Sannio dal 1400 in poi. In particolare, il ricco patrimonio di atti notarili permette di conoscere la particolare vicenda storica premoderna e moderna del territorio. L’archivio è situato nella sede dell’ex Seminario arcivescovile, uno dei primi ad essere istituito a conclusione del Concilio di Trento.


Archivio di Stato di Caserta


L'Archivio di Stato di Caserta è un organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, fondato in epoca preunitaria con la Legge del 12 novembre 1818. L’Archivio ebbe la sua prima sede a Capua nel prestigioso Palazzo Antignano, dei Duchi di San Cipriano; solo nel 1850 venne trasferito a Caserta.  I documenti conservati nell’Archivio di Stato di Caserta abbracciano un arco di tempo che va dalla seconda metà del Quattrocento fino agli anni Ottanta del XX secolo. I più importanti sono quelli appartenenti al prezioso fondo notarile, che comprende circa 37.000 volumi. All’Archivio di Stato di Caserta è annessa una Biblioteca, a disposizione degli studiosi. L’Istituto è impegnato a svolgere un’assidua attività di valorizzazione del patrimonio archivistico, divulgandone la conoscenza mediante iniziative culturali dedicate. Esso inoltre esercita la sorveglianza sugli archivi degli uffici periferici statali che hanno sede nella provincia di Caserta. Recentemente l'Archivio è stato trasferito nei locali della Reggia di Caserta.


Archivio di Stato di Napoli


L’Archivio di Stato di Napoli è un ufficio periferico del Ministero della Cultura. Fondato nel 1808, l’Archivio di Stato di Napoli dal 1845 ha sede nel complesso monumentale dei SS. Severino e Sossio, con una sede distaccata presso Palazzo Loffredo a Pizzofalcone. Con i suoi quattro piani e i suoi depositi di oltre settanta chilometri lineari di documenti, l’Archivio napoletano rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la ricerca nel settore della storia medievale, moderna e contemporanea d’Italia e d’Europa, nonché della storia del Meridione d’Italia. Si conservano tutti gli atti governativi, delle magistrature centrali e gli archivi privati delle più importanti famiglie nobili del regno (ad es. Carafa di Roccella, Tocco di Montemiletto, Monforte di Fragnito, Serra di Gerace, Pignatelli di Aragona Cortes, Loffredo, Ruffo di Bagnara, ecc.). Di particolare importanza l'imponente archivio privato della Casa dei Borbone, l'archivio dei Farnese, l'enorme archivio generale di Casa reale, gli archivi delle Legazioni diplomatiche del regno di Napoli all'Estero, gli archivi della Questura e della Prefettura, gli archivi dei tribunali civili e penali, l'archivio della Cassazione di Napoli, nonché gli archivi notarili della Provincia di Napoli dei secoli XV-XIX. Per l'antichità, ampiezza e qualità della documentazione, l'Archivio di Stato di Napoli è uno dei nove grandi archivi italiani ed uno tra i principali archivi di importanza internazionale.


Archivio di Stato di Salerno


L'Archivio di Stato di Salerno è un organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, fondato in epoca preunitaria con la Legge del 12 novembre 1818. Suo compito precipuo è la conservazione della documentazione statale del territorio: gli archivi degli stati preunitari, degli uffici periferici dello Stato relativamente agli affari esauriti da oltre trent’anni; gli atti dei notai la cui attività è cessata da più di cento anni; quelli dei monasteri soppressi e tutti gli altri archivi e singoli documenti (anche privati) che siano stati donati o depositati nell’Archivio di Stato. Altro compito basilare è la sorveglianza sugli archivi degli organi periferici dello Stato, che si attua attraverso apposite commissioni, istituite presso ogni ufficio statale della provincia. L’edificio che attualmente ospita l’Archivio è stato per secoli un palazzo giudiziario. Grazie ad alcuni lavori di restauro, conclusi nel 2009, è stata aperta al pubblico la cappella di San Ludovico, così denominata per un affresco raffigurante il Santo e datato al XIV secolo. Il patrimonio archivistico consiste in più di centomila unità archivistiche tra fasci, fascicoli e unità rilegate su supporto cartaceo e più di mille pergamene, oltre ad una biblioteca di circa ventinovemila volumi.


Archivio storico municipale di Napoli


L'Archivio Storico Municipale è incardinato nel Servizio Archivi Storici e Biblioteche Comunali del Comune di Napoli, dislocato in quattro sedi d'archivio. Nella prima, la sede centrale in via Salita Pontenuovo 31, si conservano documenti dal XIV al XX secolo riguardanti le deliberazioni Comuni aggregati, il fondo cartografie e disegni, il fondo fotografico, il fondo istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza, emeroteca, biblioteca, raccolta di leggi e decreti. Nella seconda sede, presso la Real Casa Santa dell'Annunziata in via dell'Annunziata 34, si trovano documenti inerenti all'amministrazione dell'ente, il fondo degli esposti, la raccolta pergamenacea (XIII-XVI sec.), la biblioteca medica, la raccolta di prammatiche del Regno di Napoli che va dal XII al XX secolo. Nella sede di San Lorenzo, presso il Complesso di San Lorenzo Maggiore, in vico de’ Maiorani 45, si conservano gli atti deliberativi di Giunta Municipale e Consiglio Comunale, decreti podestarili, decreti commissariali, ordinanze e decreti sindacali (1860 -1960). La sede in via Vittorio Emanuele III presso la Torre di Guardia di Castel Nuovo conserva documenti dal XIX al XX secolo sul patrimonio e demanio. Tra il XV e XVI secolo gli atti comunali di Napoli erano custoditi nel convento di San Lorenzo Maggiore. Successivamente furono trasferiti in varie sedi: nei Banchi pubblici, presso il Monte di Pietà a San Biagio dei Librai, nel convento di San Pietro a Maiella, nel 1867, nel Palazzo di San Giacomo già sede dei Ministeri del Regno preunitario. Durante gli eventi bellici e rivoluzionari le carte vennero allocate sotto la torre del Beverello in Castel Nuovo, dove un grave incendio, scoppiato il 4 marzo 1946, mutilò il corpus archivistico. Riportati nel Palazzo di San Giacomo per la verifica dei danni subiti, tutti gli atti furono poi collocati, e qui trovarono una loro definitiva sistemazione nell’attuale sede centrale.


Associazione Alessandro Scarlatti, Archivio storico


L’Associazione Alessandro Scarlatti, fondata nel 1918, è la più antica associazione musicale del Mezzogiorno. Nel 1948 fu eretta ad Ente Morale ed oggi risulta iscritta nell’Albo Regionale delle Istituzioni di Alta Cultura della Regione Campania. Ha per scopo esclusivamente la diffusione dell’arte e della cultura musicale. L’Archivio è costituito da documentazione di carattere amministrativo, prodotta dall'omonima Associazione durante la sua attività, a partire dal 1919. Attualmente, ai fini di studio e ricerca, parte della documentazione si può consultare presso l'Archivio Storico Enel e la Fondazione Franco Michele Napolitano, siti in Napoli.


Associazione Amici degli Archivi ONLUS


L’Associazione Amici degli Archivi onlus è stata istituita l’11 dicembre 2000 con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale italiano, in particolar modo quello campano. Propedeutica a qualsiasi intervento e di attività è stata l’acquisizione delle fonti bibliografiche e la costituzione di una biblioteca aperta ai soci, agli studenti e agli studiosi. L’Associazione ha avuto in deposito circa 10 mila pezzi fra volumi e periodici. L’Associazione prevede anche, in base ad una convenzione con l’Opera Pia Purgatorio ad Arco, l’apertura di una biblioteca, che è stata successivamente aperta nell’anno 2002. L’ente è costituito da numerosi fondi, in genere tematici, depositati da vari soci non solo per la loro conservazione e tutela, ma perché tutte le pubblicazioni possano essere fruibili e a disposizione degli studiosi, degli studenti e del pubblico in genere.


Associazione Archivio Fotografico Parisio


L’Associazione culturale Archivio Fotografico Parisio ha sede negli stessi locali che furono, fin dal 1924, l'atelier fotografico di Giulio Parisio. Istituita nel 1995, l’associazione è custode di un importante patrimonio fotografico -negativi e positivi -, che costituisce un archivio, fra i più compatti ed omogenei oggi disponibili nel sud dell’Italia, che documenta l'evoluzione della storia sociale, culturale e urbana della città di Napoli e della Campania. Gli archivi Parisio e Troncone, che rappresentano i fondi più consistenti custoditi dall’associazione, sono composti da oltre un milione di negativi originali, su diversi supporti e formati, oltre a un considerevole quantitativo di positivi originali.


Biblioteca comunale di Maddaloni


La Biblioteca Comunale di Maddaloni fu istituita con delibera consiliare n. 39 del primo marzo 1969. Come prima sede furono scelti i locali a piano terra del Palazzo Barletta in via Amendola nel 1974, anno in cui quando fu adottato il primo Regolamento della Biblioteca. Nel 1981 fu inaugurata la sede di Piazza della Pace e nel 1987 la Biblioteca diede inizio alla gestione automatizzata dei servizi con il programma SEBINA, compatibile con il Servizio Bibliotecario Nazionale. Nel 1996, con delibera consiliare n. 671 del 29 luglio, è diventata Istituzione, ovvero la Biblioteca fu dotata di autonomia gestionale, con un consiglio di amministrazione nominato dal Sindaco. Nell’anno 2014 la Biblioteca fu trasferita presso la sede attuale dell’ex Liceo Classico “Giordano Bruno”. Pur trovandosi in biblioteca, il fondo trattato nell’ambito del Progetto Biblio_ArCCa è di tipo archivistico. Si tratta di n. 78 registri contenenti documentazione archivistica prodotta da istituzioni locali (Chiesa del Corpus Domini, Intendenza terra di lavoro, Congregazioni, Catasto onciario, Catasto provvisorio Murattiano, Platee, Opere Pie, etc.). I documenti coprono un arco cronologico che va dal 1699 al 1892.


Biblioteca comunale Gaetano Parente


La biblioteca “Gaetano Parente” venne fondata nel 1875. Dal 2007 ha sede nel Palazzo Gaudioso, appartenuto all’omonima nobile famiglia. La Biblioteca conserva al suo interno anche gli Archivi del Comune di Aversa e della Real Casa dell’Annunziata di Aversa. Il complesso archivistico, dunque, copre i secoli che vanno dal XV al XX, inglobando atti relativi all’amministrazione dell’Ente locale unitamente a quelli di istituzioni laiche ed ecclesiastiche che hanno operato sul territorio aversano.


Centro di ricerca Guido Dorso per lo studio del pensiero meridionalistico


Il Centro di Ricerca Guido Dorso, nato nel 1978 per volontà della Famiglia Dorso, della Fondazione Feltrinelli, della Regione Campania, della Provincia e del Comune di Avellino, si avvale di un Comitato scientifico altamente qualificato. Svolge, senza fini di lucro, la propria attività, con lo scopo di promuovere la conoscenza e lo studio della storia, dell’economia e delle idee sociali del Mezzogiorno. Dal nucleo iniziale del Fondo Dorso si è pervenuti alla costituzione di una Biblioteca di circa 50.000 volumi. Di notevole pregio è il patrimonio archivistico, sul quale il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha posto il vincolo di interesse culturale per la sua importanza. A una intensa attività di promozione culturale e di formazione si accompagna l’attività di ricerca, che si concretizza in attività seminariali e pubblicazioni. L’ente è stato inserito nella Sezione speciale dell’Albo regionale come “Istituzione di Alta Cultura”.


Comune di Altavilla Silentina, Archivio storico comunale


Il Comune di Altavilla Silentina ha una storia antica, e insiste su un territorio abitato fin dal neolitico, come testimoniano alcuni antichi insediamenti e reperti del VII secolo a.C. trovati in località San Lorenzo. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Capaccio, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Capaccio, appartenente al Circondario di Campagna. L’Archivio è nella sede attuale (la Biblioteca Comunale “Arnaldo Di Matteo”) dal 1997-1998, quando sono iniziate le attività di riordino. Tra il 1999 e il 2000 l’Archivio ha ricevuto un parziale riordino benché privo di mezzi di corredo, né cartacei né digitali.


Comune di Caiazzo


L’Archivio storico comunale di Caiazzo è situato nel Centro civico comunale di Palazzo Mazziotti, che ospita anche la Biblioteca civica, il Piccolo teatro Iovinelli e l'esposizione permanente del Museo della civiltà contadina. L’Archivio storico raccoglie dati relativi non solo agli eventi storici nazionali e al loro influsso sulla vita politica e sociale di Caiazzo ma anche alla vita quotidiana locale. Tra la documentazione si conserva un importante manoscritto opera del canonico Pasquale Iadone, che descrive la storia della Cittadina. Inoltre, si annoverano disegni, planimetrie, progetti, documenti relativi alle congregazioni, molto diffuse nel passato, alla caduta del Regno delle Due Sicilie, alla lotta al brigantaggio e al governo dei Savoia, ma anche atti e regolamenti del Pio Monte di Mirto e delle relative scuole incorporate nelle Opere Pie, e documenti relativi alla Mutua Banca Popolare di Caiazzo e alla Società Operaia. Vi sono poi atti che testimoniano la dura esperienza subita dal paese durante la Seconda Guerra Mondiale (tra cui la strage nazista di ventidue vittime innocenti in località Monte Carmignano) e documenti particolari come quello recante la firma autografa del Re Vittorio Emanuele II di Savoia. La vita quotidiana emerge dai dati raccolti riguardanti l’anagrafe e lo stato civile, dai registri degli emigranti della seconda metà del XIX secolo al XX secolo, dagli atti delle numerose Fiere che animavano il commercio a quel tempo, dalla meritoria attività delle Opere Pie e dalle lettere scritte alle autorità dal popolo in uno sgrammaticato, ma sorprendentemente chiaro italiano.


Comune di Casalnuovo di Napoli


L'Archivio del Comune di Casalnuovo di Napoli conserva una documentazione che rappresenta una grande testimonianza per la storia politica, economica e culturale, relativa anche all’antico Comune di Licignano. Vi si conservano i regolamenti, i contratti, gli atti riguardanti il personale, quelli prodotti per la gestione economica delle istituzioni comunali, e una ricca documentazione sull’esazione delle imposte e sulla disciplina del commercio. Si aggiungono documenti concernenti l’igiene pubblica e la gestione del territorio, atti dell’ufficio tecnico e permessi di costruzione. Di notevole interesse sono tutte le carte relative all’istruzione, quelle sulle attività produttive e commerciali e quelle sulla viabilità, così come le testimonianze su feste, spettacoli pubblici, culto e beneficenza.


Comune di Caserta, Archivio storico comunale


Centro di origini antiche, risalenti ad epoca pre-romana. In età medievale il nucleo cittadino si situa nel centro attualmente denominato Casertavecchia, a circa 10 chilometri dal capoluogo. All’avvento normanno, nella seconda metà dell’XI secolo, il centro è elevato a sede comitale. Saranno questi gli anni di maggiore splendore della città campana. Dal XV secolo in poi, al passaggio al dominio aragonese, Casertavecchia inizia un lento declino che porterà, secoli dopo a una maggiore preminenza dell’attuale cittadina casertana. In età moderna il territorio fu più volte al centro di interessi e iniziative dei sovrani del Mezzogiorno, la cui più famosa è ovviamente la costruzione della Reggia, progettata da Luigi Vanvitelli alla metà del XVIII secolo e voluta dal re Carlo di Borbone. Rilevante è anche l’edificazione in località San Leucio, sul finire del medesimo secolo, di atelier destinati alla fabbricazione della seta, di rilevanza internazionale. La documentazione conservata rispecchia, dunque, l’evoluzione storica e le congiunture che hanno interessato il centro casertano e il suo territorio.


Comune di Cava de' Tirreni, Archivio storico comunale


L’archivio comunale si è formato a partire dagli inizi del XVI secolo. Originariamente la documentazione comunale era conservata in un locale del convento di S. Francesco. Al nucleo principale della documentazione, in questi ultimi anni si è aggiunto l’archivio dell’Ex Eca (Ente comunale di assistenza) che aveva inglobato tutte i monti di pietà cittadini. Anche il fondo ospedaliero è stato dato in comodato d’uso all’archivio storico, altro tassello della storia cittadina, e in ultimo per la chiusura dell’Azienda di Soggiorno è pervenuto all’archivio il fondo storico dell’Azienda con il suo ricchissimo fondo fotografico, che è in fase di schedatura. Il materiale conservato si divide tra un Periodo Preunitario e un Periodo Postunitario, per un totale di 3193 unità archivistiche, tra le quali 1320 fascicoli, 1849 volumi e 24 pergamene. Grazie a una particolare attenzione della comunità cavese alla conservazione della documentazione cittadina, in esso si custodiscono documenti inerenti alla vita amministrativa del Comune per un arco di tempo che va dal 1504 al 1950, oltre ai suddetti 24 privilegi in pergamena, acquisiti dalla Giunta comunale nel 1881 e datati tra il 1322 e il 1693. Oggi tali atti sono riuniti in otto volumetti rilegati. È stato pubblicato un indice a cura di Beatrice Sparano, oggi liberamente consultabile in rete (https://www.sfogliami.it/fl/207307/ej2z9hjd22phqgrvtu9dphs8c4gt4z2)