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Achille Guglielmi

Classe 1925, Achille Guglielmi divenne epicentro del jazz a Salerno. Pianista, vibrafonista, clarinettista e sassofonista, il dottore Guglielmi si era specializzato nello stride piano, appreso studiando i dischi fatti arrivare a casa dall’America, di James P. Johnson e Jelly Roll Morton. Per i musicisti italiani di quei tempi, lo stride piano fu una autentica conquista musicale perché era il modo più vicino alla grammatica originale dello swing.

Courtesy Carlo Pecoraro

Con alcuni amici fondò l’Accademic Quintet, formato da Enrico Parrilli al piano, Rosario Bonavoglia al contrabbasso, Eduardo Scapaticci alla batteria, Achille Guglielmi al vibrafono e clarinetto e, particolarità per quei tempi, l’innesto di un violoncello affidato alle cure di Vittorio Liguori. Nel 1959 la formazione partecipò e vinse la competizione per la Coppa Vaccaro a Napoli. L’ambito riconoscimento, ideato dal Circolo Napoletano del Jazz, era un concorso nato per ricordare la figura storica del presidente Franco Vaccaro tra i primi promotori campani di eventi dedicati al jazz. 

I brani proposti al concorso napoletano furono tre riletture di alcuni classici standard: da “Blue Room” composta da Richard Rodgers nel 1926 a “Indiana”, conosciuta anche come “Back Home Again In Indiana” scritta e composta da Ballard MacDonald e James Hanley a “Pennies from heaven” popolare canzone americana scritta da Arthur Johnston e interpretata da tutti i più famosi cantanti. La coppa napoletana, rimase a Salerno per ben due edizioni del concorso.