Massimo Ranieri - Massimo Ranieri - Sona
Massimo Ranieri
Non c’è genere di spettacolo o ruolo con cui non si sia misurato.
Dalla canzone napoletana al musical fino al melodramma, dal teatro di prosa a quello musicale, dal cinema alla conduzione televisiva, dalla regia alla direzione artistica.
Inizia a cantare giovanissimo con il nome d’arte di Gianni Rock, uno scugnizzo del Pallonetto di S. Lucia del 1951, interpretando canzoni strappalacrime con voce bianca mista a una vocalità graffiante: Preghiera, Lassù qualcuno mi ama. Dotato di grande talento musicale, teatralità e una energia prorompente, inizia il suo apprendistato accanto a Sergio Bruni e Mario Merola, che lo ricorda come «persona di cuore e grande artista».
Courtesy Pasquale Scialò
Poi il suo nome di battesimo, Giovanni Calone, muta con quello di Massimo Ranieri, che colleziona successi come Rose rosse.
Ma l’innata indole perlustrativa lo porta ad ampliare i suoi interessi anche nel cinema, dove recita in Metello di Bolognini, e nel teatro con Giuseppe Patroni Griffi e Giorgio Strelher. Ciononostante il suo rapporto con la cultura napoletana resta molto forte, anzi si intensifica divenendo sempre più consapevole. Dal ‘69 incide ’O sole mio, ’O surdato nnammurato e Lacreme napulitane, e a seguire numerosi brani legati ai vari generi. Determinante il suo sodalizio con Marurizio Scaparro, col quale realizza diversi spettacoli teatralmusicali.
Le interpretazioni di Ranieri delle canzoni napoletane da un lato rievocano un intimo legame con la tradizione, dall’altro segnano una cifra stilistica del tutto originale. In quanto l’ex scugnizzo trasforma il brano in canto scenico grazie a un corpo vocale di grande fascino, rinviando alla lezione di Viviani. A questo si accompagna la cura del trattamento musicale che dalle sonorità tradizionali o con i timbri etnici di Mauro Pagani, arriva a sconfinare nelle sonorità del jazz con la tromba di Enrico Rava. Da Napulammore a Viviani Varietà, dalla piccola enciclopedia in 6 cd della Canzone napoletana a Malìa, questo eterno golden boy non finisce mai di stupirci.