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'E spingule frangese

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'E spingule frangese

Curiose protagoniste del brano iconico della canzone napoletana sono le spille dette "francesi". Secondo alcuni, furono proprio i francesi a introdurle a Napoli nel ‘700, mentre, secondo un'altra interpretazione, il titolo prenderebbe spunto dal fatto che la spilla da balia a Napoli si chiama spingula 'e nutriccia, francesismo di "nourrice" (ovvero balia, nutrice). In copertina: Autografo musicale della canzone ’E spingule frangese, musicata da Enrico De Leva (Fondazione Bideri)

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La storia e la musica

Nel 1888 il colto e raffinato compositore Enrico De Leva mette in musica ben due poesie del poeta, scrittore e drammaturgo Salvatore Di Giacomo con un proprio stile che accoglie, senza pregiudizi, quella linearità melodica richiesta dal mercato della canzone dell’epoca.
Il primo brano, ’A nuvena, riprende il paesaggio sonoro natalizio con un accompagnamento simile alla zampogna e una breve parodia, dal tono amaro, di Tu scendi dalle stelle.

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Scheda tecnica

Album: Napoli : le più belle canzoni
Titolo della parte: 'E spingule frangese
Responsabilità: (Interprete) Bruni, Sergio, (Autore) Di Giacomo, Salvatore, (Autore) De Leva, Enrico
Descrizione tecnica: (Formato) Compact Disc, (Tipo suono) stereofonico, (Tecnica di registrazione) digitale

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Il testo originale

Il testo prende spunto dalla tradizione orale ed è ancora oggi rinvenibile in alcuni canti della Campania. 'E spingule frangese è una composizione che ha per protagonista un venditore ambulante napoletano, cioè uno di quei personaggi caratteristici che compongono la popolazione locale.

La tematica dei «tipi» non è una novità nella canzone partenopea (così come non lo è nel presepe napoletano) e Di Giacomo non resta indifferente al loro fascino.

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Enrico De Leva

È tra i compositori che ha meglio saputo trasferire le impronte sonore di Napoli e dintorni nella canzone napoletana classica. Dalla collaborazione con Salvatore Di Giacomo nascono brani come la serenata ’A Capemonte eseguita alla presenza di S.M. La Regina nella festa campestre del 25 maggio 1890 o ’A nuvena, fino al successo di 'E spingule frangese, il cui testo prende spunto dalla tradizione orale Campana, dove il musicista crea una melodia narrativa che chiude con la “voce” stilizzata di un venditore ambulante: Ah! Chi vo’ spingole, ah chi vo’!

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Salvatore Di Giacomo

È una delle figure più rappresentative della cultura e della canzone napoletana di fine ‘800, inizio ‘900. Fu poeta, scrittore, drammaturgo, giornalista, autore dei versi di oltre duecentocinquanta brani musicati: tra gli altri, Napulitanata, Era de maggio, Luna nova, Marechiare, ‘E spingule frangese, frutto della collaborazione con i maggiori compositori dell’epoca.

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Vincenzo Vitale su 'E spingule frangese

Il grande pianista italiano Vincenzo Vitale così commenta 'E spingule frangese:

“E circa De Leva, è necessario sottolineare quanto di associazione formale canora esista tra la romanza da camera e la canzone. E quanto le due forme pure assorbendo l’una nell’altro i succhi espressivi d’un modo di cantare alla fine, abbiano conservato intatta la loro fisionomia estetica.”

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Gli interpreti

Caposaldo melodico e sottilmente ironico della tradizione napoletana, il brano è stato interpretato e rivisitato da importanti autori, cantanti e gruppi musicali del Novecento e contemporanei, come Renato Carosone, Roberto Murolo, Massimo Ranieri, Sergio Bruni e la Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Sergio Bruni è stato la voce della nazione Napoli. Fu Eduardo De Filippo a definirla «’a voce ‘e Napule», cogliendo in pieno l’anima di quei fonemi antichissimi, in cui l’eco rurale si confondeva con il progresso urbano, e la sua città, anzi la sua gente.

Courtesy Pasquale Scialò

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