Il giallo della canzone "Io te voglio bene assaje" - Sona
Il giallo della canzone "Io te voglio bene assaje"
Inizia il percorso
Il giallo della canzone "Io te voglio bene assaje"
La straordinaria storia della canzone "Io te voglio bene assaje", uno dei maggiori successi della Napoli di metà '800
1
Chi ha composto la musica di "Io te voglio bene assaje"?
Chi ha composto la musica di Io te voglio bene assaje, la canzone più nota del primo Ottocento? Tanto cantata da costringere G. Cottrau a scrivere lo Sfogo di un galantuomo, stanco di udire la canzone Io te voglio bene assaje. Da allora sue tracce si trovano tradotte in francese, bergamasco o disseminate in brani successivi da Dicitincello vuie a Caruso, fino a Liberato. Per Salvatore Di Giacomo fu musicata da Donizetti, ma finora non esistono prove.
2
Datazione del brano
La storia inizia nel 1835 quando l’ottico napoletano Raffaele Sacco, dopo aver improvvisato il testo in un salotto, lo pubblica col titolo di Intercalare improvvisato nel volume Cetra Partenopea: cinque strofe con un incisivo slogan conclusivo: “Io te voglio bene assaje, ma tu nun piense a me”. Poi nel 1939 il brano partecipa con successo alla Piedigrotta vendendo, secondo il Regaldi, ben 180.000 copie del testo. Ma su quale musica si cantava?
3
Le varie ipotesi
Nel 1840 si ha la prima edizione musicale di B. Girard & C. senza i nomi degli autori: Nuova canzone napoletana. A questo punto la storia si complica con pochi fatti accertati e troppe supposizioni. Tra queste anche l’ipotesi che la musica fosse di Filippo Campanella, accompagnatore delle improvvisazioni di Sacco. Purtroppo, pure questa ipotesi non è suffragata da alcun documento ma solo dalla preziosa ricostruzione di qualche testimone “auricolare”.
4
Il caso irrisolto
Dalla supposizione lanciata dal Di Giacomo nel 1892, forse al fine di legittimare la canzone con l’apporto di un musicista colto, le cose restano incerte. È mai possibile che Donizetti frequentatore della famiglia Cottrau, editrice della canzone e di molti canti napoletani, non avesse pensato di pubblicare a suo nome un brano così fortunato? Intanto, in assenza di uno spartito autografo del suo autore, il caso resta aperto e tutt’ora irrisolto.
Courtesy Pasquale Scialò
Il giallo della canzone "Io te voglio bene assaje"
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La straordinaria storia della canzone "Io te voglio bene assaje", uno dei maggiori successi della Napoli di metà '800
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Chi ha composto la musica di "Io te voglio bene assaje"?
Chi ha composto la musica di Io te voglio bene assaje, la canzone più nota del primo Ottocento? Tanto cantata da costringere G. Cottrau a scrivere lo Sfogo di un galantuomo, stanco di udire la canzone Io te voglio bene assaje. Da allora sue tracce si trovano tradotte in francese, bergamasco o disseminate in brani successivi da Dicitincello vuie a Caruso, fino a Liberato. Per Salvatore Di Giacomo fu musicata da Donizetti, ma finora non esistono prove.
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Datazione del brano
La storia inizia nel 1835 quando l’ottico napoletano Raffaele Sacco, dopo aver improvvisato il testo in un salotto, lo pubblica col titolo di Intercalare improvvisato nel volume Cetra Partenopea: cinque strofe con un incisivo slogan conclusivo: “Io te voglio bene assaje, ma tu nun piense a me”. Poi nel 1939 il brano partecipa con successo alla Piedigrotta vendendo, secondo il Regaldi, ben 180.000 copie del testo. Ma su quale musica si cantava?
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Le varie ipotesi
Nel 1840 si ha la prima edizione musicale di B. Girard & C. senza i nomi degli autori: Nuova canzone napoletana. A questo punto la storia si complica con pochi fatti accertati e troppe supposizioni. Tra queste anche l’ipotesi che la musica fosse di Filippo Campanella, accompagnatore delle improvvisazioni di Sacco. Purtroppo, pure questa ipotesi non è suffragata da alcun documento ma solo dalla preziosa ricostruzione di qualche testimone “auricolare”.
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Il caso irrisolto
Dalla supposizione lanciata dal Di Giacomo nel 1892, forse al fine di legittimare la canzone con l’apporto di un musicista colto, le cose restano incerte. È mai possibile che Donizetti frequentatore della famiglia Cottrau, editrice della canzone e di molti canti napoletani, non avesse pensato di pubblicare a suo nome un brano così fortunato? Intanto, in assenza di uno spartito autografo del suo autore, il caso resta aperto e tutt’ora irrisolto.
Courtesy Pasquale Scialò