Jazz

L’identikit della musica jazz, blues e rock campana: dallo sbarco degli alleati che portano con sé dischi e orchestre alle contaminazioni con la tradizione napoletana

Dal colpo di fulmine propiziato dallo sbarco degli Alleati americani a Salerno nel 1943, alla febbre del jazz diffusa da radio, orchestre e V-disc. Dalle esperienze degli artisti avvezzi al varietà e alla canzone napoletana, passando per la rivoluzione carosoniana e per le rassegne dedicate alla musica afroamericana, si forma una generazione di musicisti dallo stile inconfondibile

null Marco Sannini

Marco Sannini

Il napoletano Marco Sannini è uno dei trombettisti più attivi e richiesti in ambito jazzistico e non solo. La sua carriera è subito decollata già negli anni Ottanta dopo il diploma in Tromba e gli studi al Berklee College of Music di Boston. Ha percorso le strade del jazz e della musica contemporanea senza mai abbandonare la “frequentazione” del repertorio classico. Attraverso tali incroci ha sviluppato uno stile sincretico ed evocativo capace di contenere nel suo soffio trecento anni di storia della musica.

Courtesy Diego Librando

Nel 2013 ha pubblicato il disco “Cambiamo l’aria”, in cui con un quartetto coadiuvato dal sassofonista Javier Girotto ha viaggiato tra le musiche rielaborate di Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro Scarlatti, Giovanni Paisiello e Francesco Durante. La musica di Pergolesi, rielaborata melodicamente e armonicamente dal trombettista partenopeo, è tornata protagonista anche nell’opera originale “Donna Regina”, interpretata dalla cantante inglese Norma Winstone. Diversi i progetti speciali a suo nome, tra cui “Il Genio tra i Laceroni” con Licia Maglietta e “Notte nella Rabata” con Peppe Barra.

Co-fondatore con Pietro Condorelli nel 1988 del Sonora Art Quartet, con cui ottenne un successo internazionale, Sannini ha collaborato a lungo con il maestro Roberto de Simone. Fa parte dell’Ensemble Dissonanzen, con il quale hanno suonato, tra gli altri, Evan Parker e Marcus Stockausen. Con il trio The Swing Tree rievoca la “golden age” del jazz accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano, mentre con il sassofonista Giulio Martino ha avviato una ricerca filologica sul repertorio del celebre quartetto pianoless di Gerry Mulligan e Chet Baker. Docente di Jazz al Conservatorio di Napoli, è direttore artistico delle manifestazioni “I cortili del jazz” e “Click si suona”.

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