Jazz

L’identikit della musica jazz, blues e rock campana: dallo sbarco degli alleati che portano con sé dischi e orchestre alle contaminazioni con la tradizione napoletana

Dal colpo di fulmine propiziato dallo sbarco degli Alleati americani a Salerno nel 1943, alla febbre del jazz diffusa da radio, orchestre e V-disc. Dalle esperienze degli artisti avvezzi al varietà e alla canzone napoletana, passando per la rivoluzione carosoniana e per le rassegne dedicate alla musica afroamericana, si forma una generazione di musicisti dallo stile inconfondibile

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Francesco Nastro

Originario di Castellammare di Stabia, Francesco Nastro è considerato tra i principali pianisti della scena jazzistica campana. Grande lirismo e senso della melodia, la sua cifra è in una ricerca costante dell’armonia che lo ha reso un musicista originale e ricercato. Dopo gli studi al Conservatorio “Martucci” di Salerno, collabora con il maestro Bruno Tommaso all'attività dell’Orchestra Utopia, con ospiti quali Gianluigi Trovesi, Paolo Fresu e Evan Parker. Il lavoro di quegli anni è documentato in un disco live registrato al “Noci Europa Jazz Festival”. Verso la fine degli anni Novanta dà vita al quintetto “A tempi alterni”, con il quale riscuote un buon successo di pubblico e di critica. 

Courtesy Carlo Pecoraro

Negli stessi anni inizia un lungo e proficuo sodalizio con il chitarrista casertano Pietro Condorelli i cui frutti si concretizzano nel progetto discografico “On My Browser” che si aggiudica il Top Jazz - premio indetto dalla storica rivista Musica Jazz - nella categoria “Miglior album”. Con Condorelli registra altri due dischi: “Quasimodo” (2001) e “Easy” (2005) entrambi per l’etichetta Red Records. Nello stesso anno, a Napoli, registra con il contrabbassista Gary Peacock e il batterista Peter Erskine - tra le più ricercate ritmiche del jazz moderno - l’album “Trio Dialogue”, di cui firma gran parte delle composizioni. Nel 2001 pubblica per l’etichetta tedesca YVP il disco “Heavy Feeling”, registrato in trio con il contrabbassista Aldo Vigorito e il batterista Peppe La Pusata.

Negli anni successivi è il pianista del batterista Salvatore Tranchini nell’album “Faces” e del contrabbassista Aldo Vigorito nel disco “Napolitania”. Nel 2006 fa parte del quintetto di Mino Lanzieri per il disco “Thing I see” e nel 2007 del quintetto di Pierluigi Caracciolo per “Welcome in my heart”. Nello stesso anno avvia un sodalizio con il sassofonista argentino Javier Girotto. Il primo disco, pubblicato per Itinera è “Sea Inside”; con Nastro e Girotto ci sono il contrabbassista israeliano Avishai Cohen e il batterista romano Roberto Gatto. Nel 2012, per Cam Jazz esce invece “Passione” in duo con Girotto, un disco che fonde musica colta e jazz.

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