Rocco Hunt - Sona
Rocco Hunt
(Salerno, 21 novembre 1994)
«I ragazzi della via Gluck non ci sono più, abbiamo tutti radici nel cemento, come la mia musica, il mio flusso di parole: il rap è nato tra i palazzi, nei ghetti di lamiere e mattoni e ruggine, mica nei campi di grano, nelle pianure assolate, nei prati d’erba, parola che non a caso oggi ci fa subito pensare ad altro. Io, ad esempio, ho visto il sole tra i palazzi, ed il cielo sopra di me, solo quando sono tornato a casa, a Salerno, zona Orientale, dopo Sanremo». Così Rocco Pagliarulo, come si chiama all’anagrafe il rapper venuto da una Salerno peraltro ricca di fermenti hip hop, iniziava la sua autobiografia all’indomani del successo festivaliero di «Nu juorno buono» (2014), canzone-intuzione, che per prima sposava l’hip hop newpolitano con attitudine neomelodiche, rilevando e rivelando inattese vicinanze tra due musiche di strada.
Courtesy Federico Vacalebre
Ragazzo prodigio, Rocchino ha consolidato il suo status nella scena rap italiana ripassando per Sanremo, avvicinandosi ed allontanandosi dal mainstream, ma poi tornando alle radici glocal dopo l’annuncio di un ritiro dalle scene, per fortuna rapidamente mentito: dopo che Liberato ha sdoganato un uso urban del dialetto partenopeo, mister Hunt ha scelto come nuovi complici dei suoi flussi di parole Geolier e Siciliano, i ragazzi-prodigio della scena trap, quasi a tornare in quelle pagine di quella autobiografia, dove, citando i versi di una sua canzone, ricordava: «Nascimmo e murimmo dint’ ’o stesso posto che ci vede nascere, pecchè simmo guagliune senza chanche».
Rocchino le chance per sé le ha trovate, le ha costruite con le sue mani ed il suo flow. E se per confermarle quelle chance deve scommettere sulle chance di altri «guagliune senza chance» il cerchio è completo e lui è ancora più felice di quando rappa con le rapstar, di quando divide il microfono con i divi del pop italico. Perché ha dato chance a chi non le aveva, perché quei ragazzi hanno dato nuove chance a lui, restando fedeli - o quasi, l’integralismo da queste parti è bandito - alla propria lingua e ai propri sogni.