null LA GIOSTRA DEL MORO

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21 OTTOBRE 2021

LA GIOSTRA DEL MORO

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SCRITTO DA MARIO GELARDI
CON SIMONE BORRELLI, GENNARO MARESCA, DAVIDE MAZZELLA, ALESSANDRO PALLADINO, CHIARASTELLA SORRENTINO
E CON CIRO BURZO, MARIANO COLETTI
REGIA E SCENOGRAFIA CARLO GELTRUDE
MUSICHE ORIGINALI CARLO VANNINI
AIUTO REGIA ANDREA PELLICCIA
ASSISTENTE ALLA REGIA ANNA DE STEFANO
COSTUMI RACHELE NUZZO
TRUCCO RACHELE NUZZO, SARA OROPALLO
REALIZZAZIONE SCENA RAFFAELE NOMIMINATO
DIPINTI REALIZZATI DA RACHELE NUZZO
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA MARIANO COLETTI
MOVIMENTO GIOSTRA CIRO BURZO
SEGRETARIA DI EDIZIONE SIMONA CERBONE
RESPONSABILE TECNICO ALESSANDRO MESSINA
FOTO DI SCENA VINCENZO ANTONUCCI
ORGANIZZAZIONE ROBERTA DE PASQUALE, CHIARA PASTORE
UFFICIO STAMPA MILENA COZZOLINO, ANTONELLA D’ARCO
PRODUZIONE NUOVO TEATRO SANITÀ
LABORATORIO DI RECITAZIONE CON I GIOVANI ATTORI DEL NUOVO TEATRO SANITÀ

IN STREAMING ON DEMAND A PARTIRE DAL 21 OTTOBRE ALLE ORE 18 SULL’ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA DELLA REGIONE CAMPANIA

ll progetto nasce dalla volontà di tornare a lavorare su un testo e mediante un laboratorio con la compagnia del Nuovo Teatro Sanità rimettersi a lavoro dopo lo stop dovuto al lockdown. L’intento è portare avanti un progetto di scrittura scenica partendo dall’Otello di Shakespeare, calandolo nelle dinamiche e nell’immaginario di una famiglia di giostrai e circensi italiani. L’idea è quella di studiare l’opera del Bardo e con gli attori nella prima fase del laboratorio, liberandolo da tutti i canoni classici. Partendo da un tessuto narrativo scritto da Mario Gelardi, Carlo Geltrude dirigerà la compagnia in un lavoro laboratoriale per cucire addosso ai personaggi shakespeariani insieme agli attori un’anima di follia circense e la creazione della Giostra rotante che sarà la scenografia dello spettacolo.
«A me il circo ha fatto sempre paura, fin da piccolo — scrive Mario Gelardi nelle note d’autore. Gli animali che fanno giochi mi mettono tristezza, i pagliacci non mi fanno ridere, chiudo gli occhi ai volteggi dei trapezisti, quasi terrorizzato da una possibile caduta. Ma l’immaginario circense mi ha sempre affascinato, quell’immaginario un po’ carnival americano del primo dopoguerra, fatto non solo di numeri ma anche di attrazioni da baraccone. Ho inventato una famiglia circense come nella tipica tradizione italiana e ho costruito un tessuto drammaturgico in cui irrompe la gelosia shakespeariana a rovinare l’armonia dell’allegra carovana. Alla fine tutto ciò che resta è pur sempre uno spettacolo».
Questo lavoro ha la volontà di ricucire un tessuto culturale e artistico col quartiere Sanità, un percorso iniziato già da tempo ma che ha dovuto subire una brusca frenata.
Abbiamo creato, sotto il nostro tendone, un circo direttamente proveniente dagli incubi di Alice nel paese delle meraviglie, frutto di un immaginario un po’ gotico, con colori a volte sbiaditi. Un circo che potrebbe ricordare quello di Viviani, un circo “pezzente” ma pieno di passioni struggenti tra i personaggi. La famiglia del Moro è magica e surreale: Lucilla, la donna cannone, pesa solo 45 chili; il lanciatore di coltelli è ipermetrope; il pagliaccio spaventa i bambini; l’uomo forzuto non ha più forza; per non parlare degli animali: nient’altro che cavalli a dondolo.
Cos’è accaduto ai giostrai-circensi della famiglia del Moro?
Il tendone bianco e rosso che illude e confonde tutto a un tratto è caduto, è scivolato via trascinato dalle lacrime dei suoi stessi personaggi, diventando una giostra svelando così la realtà e l’anima di chi trascorre le notti nelle carovane parcheggiate alle spalle del teatro, e della vita dietro le quinte dello spettacolo che scorrene non si ferma. I numeri dei personaggi altro non sono che i loro tentativi di illudere sé stessi, per poter finalmente diventare, anche solo per una notte, ciò che non sono. Così questi fenomeni da baraccone improvvisamente appaiono ai nostri occhi nudi, solo come uomini e donne portatori di storie e ricordi. Il personaggio lascia spazio alla persona e la giostra diventa una lente attraverso cui guardare la realtà.
Qui anche la morte, la tragedia, diventano un numero da circo.