DETTAGLIO APPROFONDIMENTI - Sona
Tà-kài-Tà
«Un periplo immaginario, fantastico […] intorno ai pensieri e ai sentimenti» che possono aver attraversato l’animo di Eduardo De Filippo, in vita e dopo la morte: questa, prendendo a prestito le parole dell’autore, potrebbe essere la definizione di Tà-kài-Tà, un testo frammentario, a metà tra poesia e prosa, passato e presente, teatro e metateatro
Regio Conservatorio di Musica San Pietro a Majella
Nel cuore della Napoli antica, sul fregio di marmo bianco che corona uno dei tanti imponenti portali che si susseguono nella teoria di palazzi del Decumano Maggiore, spiccano le parole: “Regio Conservatorio di Musica”.
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Trivial Sound
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I Bottari e le Battuglie di Pastellessa per Sant’Antonio Abate
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Madonna di Briano
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Le Quadriglie di Palma Campania
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Fogli Volanti e Copielle, ovvero la diffusione musicale tra mercati e vicoli
I “fogli volanti” sono rinvenibili in Europa dall’introduzione della stampa, a fine 800 arrivano le “copielle”
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Neapolitan power
Neapolitan power vuol dire tutto e niente, eppure richiama il black power e l’orgoglio di un popolo che si sente culturalmente ghettizzato.
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Carosone, l'Americano di Napoli
«Orgoglioso delle mie radici, creavo quelli che oggi, con maggiore coscienza e quindi minore naturalezza, si chiamano crossover sonori»
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Musica americana e canzone napoletana
Dal primo incontro tra canzone napoletana e i ritmi afro-americani al reciproco rispetto.
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Le Arciconfraternite
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Il Festival della Canzone Napoletana dal 1952 al 1971 e 1981
Il Festival della Canzone Napoletana, simbolo della melodia partenopea nella seconda metà del Novecento.
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Arena Olimpia
Arena Olimpia è un progetto di messinscena costituito da due testi: "La musica dei ciechi" di Viviani e "Mirabilia Circus" di Enzo Moscato. L’operazione svolta da Moscato è ricorrente nella sua drammaturgia: confrontarsi con la Tradizione attraverso il filtro della propria originalissima poetica. Mirabilia Circus Prologo/Intermezzo/Epilogo per “Arena Olimpia” è un esempio di tradinvenzione, secondo la definizione dello stesso Moscato.
Tartufo o l’impostore
Il testo è una libera traduzione dal Tartufo di Molière, che ha in comune con la commedia francese la divisione in cinque atti, la trama, i personaggi e il contenuto dei dialoghi. La differenza sta principalmente nella lingua che, in Moscato, appare più moderna, vivace, ricca di parole composte («spostato-empio», «novelliera-sguattera», «pulce-dolce-d’acqua») e di modi di dire che si rifanno a un universo campano, o, per meglio dire partenopeo («papale-papale», «Gesù, Giuseppe, Sant’Anna e Maria», «state facendo l’arte dei pazzi», «‘scioscia’ ‒ tanto per sciosciare»). La satira di Molière, sebbene sempre attuale, risulta qui rinnovata e influenzata dalle conseguenze di quella riforma teatrale che era cominciato grazie alle opere del drammaturgo francese e che si realizzerà circa un secolo dopo con Goldoni.
Teatri del mare
Teatri del mare è un testo inedito. Si presenta in forma dattiloscritta con numerose glosse e annotazioni a penna che riportano nomi di attori, indicazioni sulle musiche, didascalie, inserimenti di parole e numeri, a testimonianza del lavoro prezioso, e, per così dire, artigianale svolto sul testo. Pertanto il dattiloscritto si configura come un testo-laboratorio, con parti complete e parti abbozzate, ibrido perché al tempo stesso monologico e corale.