Diego Carpitella - Sona
Etno-folk
It includes the traditional oral music cultures of the Campania area and the authorial folk.
The scenario here develops from the tammurriata in its various aerial styles to the tarantella of Montemarano, from the "folk music revival" of the NCCP or the Teatrogruppo di Salerno to the more recent auteur folk. A wide sound repertoire provides the most authentic sounds and musical traditions of our land, through different sound devices that cover an entire century.
Diego Carpitella
Studioso di origini calabresi, dopo aver insegnato al Conservatorio di Roma e all'Accademia nazionale di danza, fu titolare dal 1976 della prima cattedra di etnomusicologia all'Università di Roma "La Sapienza”. A questa disciplina era approdato attraverso gli studi su B. Bartók e la curatela dell’edizione italiana dei suoi “Scritti sulla musica popolare”. A lui si devono anche altre traduzioni di testi fondamentali per l’etnomusicologia di C. Sachs, A. Schaeffner, C. Brailoiu e A. Merriam. Fu promotore nel 1973 del Primo convegno sugli studi etnomusicologici in Italia, dal quale nacque la Società italiana di etnomusicologia (SEM), di cui fu anche presidente.
Courtesy Raffaele Di Mauro
Dal 1952 partecipò, con un'équipe interdisciplinare guidata da E. De Martino, alle ricerche sul pianto rituale in Lucania e sul tarantismo nel Salento, nelle quali, per la prima volta in Italia, venivano documentati sul campo, con approccio scientifico, i repertori musicali di tradizione orale afferenti a quelle che lui definiva “fasce folkloriche”: agro-pastorale e artigiano-urbana. Celebre è la vasta campagna di raccolta di materiali musicali in varie regioni italiane, intrapresa nel 1954-1955 con l'etnomusicologo statunitense A. Lomax. Negli anni ’70 coordinò un’ampia ricerca sulle tradizioni musicali in Campania con più di mille documenti sonori raccolti.
Nell’ambito della sua lunga e articolata attività di studioso, diversi sono gli scritti pubblicati tra il 1949 e il 1990, compreso una serie di articoli su quotidiani e settimanali come critico musicale. Si tratta più che altro di singoli saggi su specifiche ricerche, questioni o problematiche. I più rilevanti sono riuniti in due volumi: Musica e tradizione orale (Sellerio, 1973) e il postumo Conversazioni sulla musica (Ponte alle Grazie, 1992), dove sono raccolti i testi di lezioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche, tenute dal 1955 al 1990. Decisivo è stato anche il contributo da lui dato all’antropologia visiva e allo studio della “cinesica culturale”.