Antonio Golino - Sona
Jazz
Jazz production born, inspired and spread in the Campania area.
From the first spark that stroke with the landing of the American Allies in Salerno in 1943 to the jazz fever spread by radio, orchestras and V-disc. This journey will lead you from the experiences of Campania artists used to variety show and Neapolitan song, through the revolution boosted by Renato Carosone. Then, with the reviews dedicated to Afro-American music, a generation of musicians with a unique style will arise.
Antonio Golino
Antonio Golino è stato batterista tra i più carismatici del panorama musicale campano. Professionista già a 16 anni, suonava nei locali frequentati dagli americani. Dal jazz fu folgorato ascoltando le colonne sonore dei primi film americani giunti in Italia nel Dopoguerra. Negli anni Cinquanta fu la “disperazione” dei gestori del Circolo militare USO, piccolo avamposto americano in terra partenopea, i cui responsabili temevano il suo stile vigoroso e i suoi assoli viscerali, à la Art Blakey, capaci di sfrenare i soldati. E nel 1957 pare abbia fatto la prima conoscenza con un giovane Tullio De Piscopo, allora appena undicenne, suonando alla sua festa di cresima…
Courtesy Diego Librando
Apprezzatissimo in Italia, come del resto tutti i batteristi napoletani, cominciò a girare l’Europa con l’orchestra dei fratelli Munari e percorse l’asse Roma-Milano inseguito dal mondo del varietà. Tra i maggiori estimatori del jazz campano, contro ogni forma insensata di esterofilia, fu promotore di una “via napoletana” al jazz suonando con Antonio Balsamo, Larry Nocella, Franco Coppola, tenendo a battesimo, inoltre, i fratelli Deidda. E’ stato uno dei principali animatori delle notti musicali napoletane negli anni Ottanta e Novanta, prima all’Antica Birreria Kronenbourg, poi per otto anni dietro la batteria dell’Otto Jazz Club, storico club napoletano.
Didatta tra i più ricercati, il suo nome ricorre nelle biografie dei maggiori musicisti italiani, non tanto come citazione dovuta, quanto come sincero ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti. Nelle tappe americane delle navi da crociera sulle quali pure si trovò a lavorare, approfondì la conoscenza dello strumento ascoltando dal vivo i suoi idoli e facendo suoi i metodi didattici dei grandi batteristi americani non ancora editi in Italia, da Henry Adler a Buddy Rich.
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