Jazz

Jazz production born, inspired and spread in the Campania area.

From the first spark that stroke with the landing of the American Allies in Salerno in 1943 to the jazz fever spread by radio, orchestras and V-disc. This journey will lead you from the experiences of Campania artists used to variety show and Neapolitan song, through the revolution boosted by Renato Carosone. Then, with the reviews dedicated to Afro-American music, a generation of musicians with a unique style will arise. 

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Aldo Farias

La musica del chitarrista napoletano Aldo Farias rappresenta il baricentro perfetto tra differenti tradizioni, punto d’incontro ideale tra musica nord europea, sonorità del bacino del mediterraneo e tradizione afro-americana d’oltreoceano. Approccio jazzistico e gusto melodico concorrono ad esaltare la cantabilità tipica della nostra storia musicale. Un lirismo che sa essere solare o intimista, comunque sempre capace di esprimere ogni tipo di sentimento e emozione. Quella del chitarrista partenopeo è una ricerca continua, evidente in ogni nuova proposta discografica delle tante prodotte nel corso della sua lunga carriera.

Courtesy Diego Librando

Dal primo esperimento nel 1991 sui “Domestic Standards” con il quintetto del sassofonista Gianni D’Argenzio, in occasione del decennale del mitico Jazz Club “Lennie Tristano” di Aversa, fino all’ultimo “Different Ways”, pubblicato nel 2013 con la partecipazione del vibrafonista Pasquale Bardaro, si legge una lunga storia fatta di rapporti stabili (quelli con i fidati Franco De Crescenzo e Angelo Farias) e collaborazioni preziose a sottolineare una crescita continua. Significativo il contributo del sassofonista Bob Berg al disco “Jazz Mediterranee” nel 1992 e ancora di più l’intesa con il batterista Roberto Gatto, con il quale forma un quartetto ormai consolidato.

Tra le collaborazioni più interessanti, oltre quelle con Mike Mainieri, Mike Stern o Steve Turre, rientrano quelle con i “fratelli” di strumento Antonio Onorato e Pietro Condorelli. Un esperimento nato su un palco, sfociato nel 2002 nel disco “Contemporary Jazz Guitars“ e proseguito nel tempo, in cui i tre chitarristi, separati da personalità differenti, dimostrano di essere legati dal piacere dell’interplay e dalla curiosità di accostare stili diversi. Al trio si aggiunge in qualche incursione napoletana il chitarrista Franco Cerri, decano del jazz in Italia, e i “fratelli” diventano quattro. Nel 2005 il disco “Four brother” suggella il nuovo sodalizio.

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