Dall'archeologia, all'arte sacra, dal Barocco al Contemporaneo: con i suoi 1200 metri, Via Duomo rappresenta una delle strade a più alta densità di musei del mondo.
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Il Complesso Monumentale Donnaregina offre un interessante itinerario tra gotico e barocco: si divide tra la chiesa trecentesca di Donnaregina Vecchia e la chiesa seicentesca di Donnaregina Nuova.
La chiesa di Donnaregina Vecchia è una rara testimonianza dello stile gotico napoletano. Tale edificio sacro nasce nel 780 d.C. e fu sede inizialmente dell’ordine basiliano, successivamente dell’ordine benedettino e infine di quello francescano. Grande benefattrice di questa chiesa fu la regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò, il cui monumento sepolcrale è opera di Tino di Camaino, ancora visibile all’interno. Importanti sono gli affreschi conservati nella Cappella Loffredo e nel coro gotico di scuola cavalliniana.
L'abside, di forma pentagonale, è caratterizzata da alte e ampie bifore ed è coperta da una volta a crociera. Nel 1390 un fulmine colpì la chiesa provocando un grave incendio che distrusse il tetto e alterò i colori degli affreschi presenti nel coro, a cui si accede da una scala esterna. Questi dipinti, seppur rossastri perché alterati dal calore delle fiamme, costituiscono il più vasto e interessante ciclo trecentesco conservato a Napoli. L'intero ciclo fu realizzato a partire dal 1320 ed è generalmente attribuito alla scuola di Pietro Cavallini. In particolare, le sezioni più arcaiche sono riferite al maestro Filippo Rusuti e includono le Coppie di Personaggi del Vecchio e Nuovo Testamento, l'imponente Giudizio Universale sulla controfacciata e le Storie della Passione sulla parete sinistra del coro. Riconducibili, invece, al terzo decennio del secolo XIV – per un aggiornamento su sperimentazioni giottesche – sono le Storie di Sant’Agnese e di Santa Caterina sulla parete destra e quelle di Santa Elisabetta sulla parete sinistra in basso.
All’inizio del XVII secolo le monache del convento di Donnaregina decisero, per adeguarsi al nuovo gusto del tempo e in seguito al Concilio di Trento del 1545, di costruire ex novo una chiesa moderna, di gusto barocco, ad opera di Giovan Giacomo di Conforto. La chiesa presenta un interno a navata unica con sei grandi cappelle, un importante altare con marmi policromi e due grandi tele di Luca Giordano.
La magnificenza della sua realizzazione perdura nel tempo. Chi sale oggi la maestosa scala di piperno è immediatamente accolto dall'opulenza della navata, uno spettacolo di marmi policromi. Lo sguardo si solleva poi verso la volta, capolavoro affrescato con la Gloria della Vergine. A completare questo patrimonio artistico, si trovano l'importante affresco del giovane Francesco Solimena (Miracolo delle rose di San Francesco) sul presbiterio e, accanto all'altare maggiore, le ultime, preziose tele del celebre pittore barocco Luca Giordano. Nel 1861 il monastero fu soppresso, le suore trasferite in altre sedi e il complesso destinato a vari usi. Allo stesso tempo l’apertura di via Duomo provocò manomissioni al chiostro e al convento.
Tra il 1928 e il 1934 il soprintendente Gino Chierici separò le due chiese, spostando la parete del coro nuovo di 6 metri, ricostruendo la parte mancante dell’abside trecentesca e riportando nella chiesa di origine il monumento di Maria d’Ungheria, fatto spostare a suo tempo dalla badessa Eleonora Gonzaga.
All'interno di questo complesso monumentale si sviluppa un ricco percorso storico-artistico e religioso che abbraccia più di trecento anni di storia.
L’esperienza sarà arricchita e resa unica dalla presenza e dall'entusiasmo dei giovani del progetto MuDD (Museo Diocesano Diffuso), che vi condurranno alla scoperta delle diverse e preziose testimonianze artistiche.
Credits immagine: Courtesy Complesso Monumentale Donnaregina Museo Diocesano
Progetto: ARCCA - ARchitettura della Conoscenza CAmpana - ECOSISTEMA DIGITALE PER LA CULTURA