Antonio Golino - Sona
hero image
COME INSIDE SoNa
LA CASA ARMONICA
Move from room to room and discover the musical heritage of Campania
THE ROOMS
Access the different areas of the Casa Armonica: let yourself be inspired by melodies, history and groove.
Neapolitan song
It includes the vocal work of the Golden Age from the end of the 19th century to the middle of the 20th century, the background related to the different forms of Neapolitan singing, as well as the following production that adopts traditional models.
DISCOVEREtno-folk
It includes the traditional oral music cultures of the Campania area and the authorial folk.
DISCOVERTHE ROOMS
Access the different areas of the Casa Armonica: let yourself be inspired by melodies, history and groove.
Discover all insights
Fogli Volanti e Copielle, ovvero la diffusione musicale tra mercati e vicoli
I “fogli volanti” sono rinvenibili in Europa dall’introduzione della stampa, a fine 800 arrivano le “copielle”
DISCOVERCarosone, l'Americano di Napoli
«Orgoglioso delle mie radici, creavo quelli che oggi, con maggiore coscienza e quindi minore naturalezza, si chiamano crossover sonori»
DISCOVERIl Festival della Canzone Napoletana dal 1952 al 1971 e 1981
Il Festival della Canzone Napoletana, simbolo della melodia partenopea nella seconda metà del Novecento.
DISCOVERTrivial Sound
Kistch, trash, bagoni e tamarri sono il vero nutrimento del “trivial sound”.
DISCOVERAntonio Golino
Antonio Golino è stato batterista tra i più carismatici del panorama musicale campano. Professionista già a 16 anni, suonava nei locali frequentati dagli americani. Dal jazz fu folgorato ascoltando le colonne sonore dei primi film americani giunti in Italia nel Dopoguerra. Negli anni Cinquanta fu la “disperazione” dei gestori del Circolo militare USO, piccolo avamposto americano in terra partenopea, i cui responsabili temevano il suo stile vigoroso e i suoi assoli viscerali, à la Art Blakey, capaci di sfrenare i soldati. E nel 1957 pare abbia fatto la prima conoscenza con un giovane Tullio De Piscopo, allora appena undicenne, suonando alla sua festa di cresima…
Courtesy Diego Librando
Apprezzatissimo in Italia, come del resto tutti i batteristi napoletani, cominciò a girare l’Europa con l’orchestra dei fratelli Munari e percorse l’asse Roma-Milano inseguito dal mondo del varietà. Tra i maggiori estimatori del jazz campano, contro ogni forma insensata di esterofilia, fu promotore di una “via napoletana” al jazz suonando con Antonio Balsamo, Larry Nocella, Franco Coppola, tenendo a battesimo, inoltre, i fratelli Deidda. E’ stato uno dei principali animatori delle notti musicali napoletane negli anni Ottanta e Novanta, prima all’Antica Birreria Kronenbourg, poi per otto anni dietro la batteria dell’Otto Jazz Club, storico club napoletano.
Didatta tra i più ricercati, il suo nome ricorre nelle biografie dei maggiori musicisti italiani, non tanto come citazione dovuta, quanto come sincero ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti. Nelle tappe americane delle navi da crociera sulle quali pure si trovò a lavorare, approfondì la conoscenza dello strumento ascoltando dal vivo i suoi idoli e facendo suoi i metodi didattici dei grandi batteristi americani non ancora editi in Italia, da Henry Adler a Buddy Rich.