Neapolitan song

It includes the vocal work of the Golden Age from the end of the 19th century to the middle of the 20th century, the background related to the different forms of Neapolitan singing, as well as the following production that adopts traditional models.

The traditional Neapolitan song is an emotional heritage with different vocal shades. Since the end of the nineteenth century it has shown lights, shadows, stories and costumes of a city born from the suffering wail of the siren Partenope.

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Nino D'Angelo

(Napoli, 21 giugno 1957)
Come un Baglioni nato a San Pietro a Patierno e cresciuto a Casoria, Nino D’Angelo ha fatto saltare il banco: erano gli anni di latta della canzone napoletana, restata senza eredi per autoprocurato aborto, e lui li ha illuminati con il suo successo, il suo caschetto biondo, le sue ingenue storie di amori veraci trasformate spesso anche in film sbancabotteghino. Dietro quelle melodie semplici, quella vocalità antica, quel rapporto straordinario con un popolo che non si sentiva altrimenti rappresentato, si preparava la sua seconda stagione, da cantautore che ai trottolini amorosi preferiva storie di diversa consapevolezza, di antagonismo sociale, di identità sudista, ma mai stracciona o passatista.

Courtesy Federico Vacalebre

Il ragazzo in jeans e maglietta si è ritrovato intellettuale di strada senza giacca e cravatta, acclamato anche da quegli insopportabili happy few che snobbano prima e sdoganano poi: sembra li chiamino intellighentia, chissà perché poi. Papà di tutti i neomelodici possibili, ha scritto con «Brava gente» l’inno dei prigionieri della mediatizzazione di Scampia, con «Bella» il ritratto crudele di una Napoli vista come una donna che sa abbracciare i suoi figli anche quando ormai le hanno strappato via le braccia.

Ha suonato a mille matrimoni e mille feste di piazza. A Sanremo e all’Olympia di Parigi, al San Paolo e al San Carlo. Veracissimo, devoto sergiobruniano, ma nella seconda fase della sua carriera aperto ai suoni del mondo, che venissero dall’impero angloamericano ma anche no, ma meglio no, ha ridato vita, e senso, alla canzone popolare napoletana. Senza mai rinnegare il proprio passato.

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The origins of the Neapolitan song

The myth of the Neapolitan song also spread thanks to the circulation of illustrated leaflets, which included the lyrics of the songs. Flyers first, and Copielle later, were distributed for a fee or free to the entire population to give exposure to the music publishers of the nineteenth century.