E. A. Mario - Sona
Neapolitan song
It includes the vocal work of the Golden Age from the end of the 19th century to the middle of the 20th century, the background related to the different forms of Neapolitan singing, as well as the following production that adopts traditional models.
The traditional Neapolitan song is an emotional heritage with different vocal shades. Since the end of the nineteenth century it has shown lights, shadows, stories and costumes of a city born from the suffering wail of the siren Partenope.
E. A. Mario
Pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, nacque a Napoli il 5 maggio 1884 da una famiglia umile originaria di Pellezzano, in provincia di Salerno. La sua figura di intellettuale estremamente poliedrica ha attraversato la prima metà del ‘900, offrendo un inestimabile contributo alla cultura e alla canzone napoletana e italiana, fino alla sua scomparsa nel 1961: fu poeta, autore di versi per canzoni, autore teatrale, ma anche compositore ed editore. Si avvicinò alla musica da autodidatta, suonando il mandolino, ma fu l’incontro con il musicista Raffaele Segrè ad avviarlo alla scrittura di canzoni, dapprima come autore di versi: nacque così Cara mammà, pubblicata nel 1904 dalla Ricordi.
Courtesy Antonio Sciotti
Arrivò il successo e furono gli anni di Addo me vasa Rosa e Ammore guaglione, prima della consacrazione definitiva, con l’editore Bideri. Nacquero, tra le altre, Maggio si tu, Funtana all’ombra e Io, na chitarra e ‘a luna. Lo spirito patriottico e l’attenzione alle vicende storiche e politiche del paese lo portarono negli anni della Grande Guerra alla scrittura a “sfondo militare”, talvolta in italiano, coronata nel 1918 con la nascita de La Leggenda del Piave, che gli portò notorietà a livello nazionale. Il 1919 fu l’anno di Santa Lucia luntana, di cui scrisse sia la musica, sia i versi: un manifesto della Questione Meridionale, inno di dolore degli emigranti costretti a lasciare la terra natìa.
Non mancò il suo contributo al genere “di giacca”, con ‘O festino, ‘A legge e Cinematografo. Nel 1922 nacque Canzone appassiunata, i cui versi, ripresi da testi tradizionali preesistenti, sono tra le testimonianze della matrice popolare nella canzone napoletana d’autore. Nel 1928 compose la musica di Dduje paravise, sui versi di Ciro Parente, manifesto dei posteggiatori che con chitarra e mandolino diffondevano canzoni napoletane, nel caso specifico in paradiso, in una sorta di viaggio onirico. Nel 1944 E.A.Mario è protagonista con un altro evergreen a sfondo storico e sociale, con la musica di Tammurriata nera, sui versi di Eduardo Nicolardi: è il racconto della nascita di un bimbo napoletano di colore, “figlio” della guerra.
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The origins of the Neapolitan song
The myth of the Neapolitan song also spread thanks to the circulation of illustrated leaflets, which included the lyrics of the songs. Flyers first, and Copielle later, were distributed for a fee or free to the entire population to give exposure to the music publishers of the nineteenth century.