Annarella - Sona
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LA CASA ARMONICA
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Accedi ai vari ambienti della casa armonica: fatti avvolgere dalle melodie, dalle storie e dal groove.
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Ospita la produzione vocale dell’age d’or da fine Ottocento a metà Novecento, gli antefatti legati alle diverse forme del canto napoletano, nonché la produzione successiva che adotta modelli tradizionali.
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Fogli Volanti e Copielle, ovvero la diffusione musicale tra mercati e vicoli
I “fogli volanti” sono rinvenibili in Europa dall’introduzione della stampa, a fine 800 arrivano le “copielle”
SCOPRICarosone, l'Americano di Napoli
«Orgoglioso delle mie radici, creavo quelli che oggi, con maggiore coscienza e quindi minore naturalezza, si chiamano crossover sonori»
SCOPRIIl Festival della Canzone Napoletana dal 1952 al 1971 e 1981
Il Festival della Canzone Napoletana, simbolo della melodia partenopea nella seconda metà del Novecento.
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Kistch, trash, bagoni e tamarri sono il vero nutrimento del “trivial sound”.
SCOPRIAnnarella
Anna Bevilacqua, conosciuta come Annarella, è una delle maggiori cantatrici di nuova generazione di canti sul tamburo nello stile areale giuglianese-domiziano. Di chiare origini rom, Annarella appartiene alla numerosa famiglia dei Bevilacqua, da anni attiva nell’area napoletana tra Marano, Giugliano e dintorni. I Bevilacqua vantano numerosi cantatori, cantatrici e suonatori di tamburo ed organetto, e molti di loro sono dediti anche alla costruzione di strumenti tipici tradizionali: dal sisco giuglianese (flauto diritto di canna) allo scacciapensieri o tromba degli zingari di cui un eccellente costruttore è, ad esempio, Domenico Bevilacqua, zio di Annarella.
Courtesy Raffaele Di Mauro
Annarella da anni collabora attivamente con le attività rituali e itineranti di uno dei gruppi storici della tammurriata giuglianese, vale a dire la paranza guidata da Franco D’Alterio, anche se in passato ha collaborato con altre paranze come quella di Enzo Mezzone. La sua voce, imponente e melismatica, risuona inconfondibile nei vari appuntamenti tradizionali “giuglianesi”: dalla Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia al Lago Patria, fino alla Madonna di Briano nel casertano. Lo stile vocale di Annarella, pur con caratteristiche personali, si pone in linea di continuità con quello di alcune cantatrici storiche dell’area come Lucia Taglialatela e Antonietta Salvi.
Oltre al repertorio tradizionale di tammurriate accompagnate dagli strumenti tipici dell’area (sisco, castagnette, tammorre e triccabballacche), talvolta Annarella si cimenta, insieme al fratello Alfonso, detto ‘O nirone, in un “nuovo” tipo di tammurriata accompagnato con la tastiera, che comporta inevitabili cambiamenti nell’esecuzione vocale oltre che musicale. Difatti, la sua voce è costretta a cantare non più “a distesa” ma “ritmicamente” e viene forzatamente riportata nell’ambito del “sistema temperato”. Quest’esecuzioni di “nuove” tammurriate sono spesso incise in studi di registrazioni locali su cd amatoriali che vengono poi venduti durante le feste.
Percorsi Narrativi
'E spingule frangese
Curiose protagoniste del brano iconico della canzone napoletana sono le spille dette "francesi". Secondo alcuni, furono proprio i francesi a introdurle a Napoli nel ‘700, mentre, secondo un'altra interpretazione, il titolo prenderebbe spunto dal fatto che la spilla da balia a Napoli si chiama spingula 'e nutriccia, francesismo di "nourrice" (ovvero balia, nutrice). In copertina: Autografo musicale della canzone ’E spingule frangese, musicata da Enrico De Leva (Fondazione Bideri)